Che stesse per andarsene, lo si sapeva. Ma la motivazione non l’aveva mai data con tanta chiarezza. Jean-Claude Juncker, premier e ministro delle finanze lussemburghese, uno dei saggi d’Europa, lascerà la presidenza dell’Eurogruppo, il club dei ministri delle finanze dei Paesi dell’euro, perché – dice, parlando ad Amburgo – è “stanco” delle ingerenze franco-tedesche. E, aggiunge, tanto vale che al suo posto vada il ministro dell’economia tedesco Wolfgang Schauble, che agisce già da padrone del vapore.

La decisione sarà presa a giugno dal Consiglio europeo. Molti, anche la Merkel, pensavano a Monti, ma è difficile un tandem italiano (e per di più di Mario) tra Eurogruppo e Bce. Certo, il puzzle delle nomine europee è complicato, ma, Eurogruppo a parte, i tempi sono lunghi: orizzonte 2014. Su EurActiv.com, circolano ipotesi per il presidente della Commissione europea, quando il portoghese Ppe José Manuel Durao Barroso concluderà il secondo (e ultimo) mandato.

Criteri non scritti d’alternanza indicano che il successore non sarà un Ppe e che potrebbe non venire da un piccolo Paese: il socialista tedesco Martin Schulz, da poco presidente del Parlamento europeo, andrebbe bene – i tedeschi non hanno il posto dai tempi di Walter Hallstein, addirittura 1958/’69. Quotata pure Viviane Reding, lussemburghese, liberale, una tosta: sarebbe la prima donna. E citato Monti, che, però avrà forse già assunto un incarico settennale in Italia. La scelta del ‘dopo Barroso’ s’intreccerà con quelle dei nuovo presidenti del Consiglio europeo – Herman van Rompuy, belga, è stato appena rinnovato fino a metà 2014 – e dell’Assemblea di Strasburgo.

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