Musica

“Alla ricerca di un nuovo eldorado musicale”: i Negrita scoprono la Cina

Tra fine maggio e i primi di giugno, la band aretina e i Subsonica si esibiranno in tour a Pechino e Shanghai. Pau, frontman del gruppo: "E' un modo intelligente per provare a sfidare i mercati globali mettendo in prima linea le unicità"

di Pasquale Rinaldis

Di viaggi, nell’arco della loro lunga carriera, i Negrita ne hanno intrapresi diversi e ognuno si è rivelato proficuo alla luce dei risultati successivamente ottenuti. Estremamente utili alla causa, ricchi di stimoli e densi di ispirazione. Negli ultimi dischi, infatti, sono proprio i luoghi visitati a influenzarne il cammino e a indicarne il percorso da intraprendere. Sono stati i viaggi a spingerli a compiere escursioni sonore nello sterminato mondo dei fondali musicali, nei primi album solamente accennate, ora invece, così reali. “Se non partiamo ogni tanto diventiamo pazzi” confessa Drigo, il chitarrista della band aretina. “Anche Dannato Vivere (il loro ultimo album, ndr) nasce dopo un viaggio negli Stati Uniti, dove ci trovavamo per un tour durato più di un mese”. Adesso i Negrita si preparano a sbarcare per la prima volta in Cina, per un tour che li vedrà esibirsi al Tango 3rd Floor di Pechino (31 maggio e 1 giugno) e al Mao Live di Shanghai (3 e 4 giugno). Un nuovo interessante viaggio che i Negrita faranno in compagnia di un’altra band, i Subsonica. L’idea degli organizzatori è quella di puntare su un’immagine dinamica e diversa del made in Italy.  Supportato da Music Experience e dal ministero dello Sviluppo economico, Regione Puglia-Puglia Sounds e Fimi, il progetto ha anche l’ambizione di dare vita a un programma tv da mandare in onda in entrambi i Paesi.

Considerando che in termini di musica popolare la tradizione pop sembra aver perduto quello slancio innovativo che da sempre la contraddistingue, le prospettive per il prossimo secolo sembrano suggerirci che è dal resto del mondo che dobbiamo aspettarci un avanzamento in tal senso. Ed è proprio la Cina che sembra aver raccolto il testimone della “tensione spiritual-musicale” verso lo spazio sterminato che un tempo rappresentava la spinta propulsiva dell’Occidente. I Negrita (e i Subsonica) indosseranno dunque i panni dei pionieri alla ricerca di un nuovo eldorado musicale. “E’ un modo intelligente per provare a sfidare i mercati globali mettendo in prima linea le unicità – afferma Pau, il frontman dei Negrita – Per stessa ammissione dei cinesi: tutto si può copiare tranne la qualità unica. Proprio perché irripetibile”. E questa può essere davvero una buona lezione per il futuro di tutti”. 

Pau, com’è nata l’idea di esibirvi in Cina?
L’idea è di Hit Week. Un festival che ormai da tre anni esporta musica live italiana negli Stati Uniti. Già in passato i Negrita hanno partecipato al progetto assieme ad Afterhours, Caparezza, Subsonica, Franco Battiato, Linea 77, Calibro 35, Elisa, Ludovico Einaudi, Roy Paci, Nicola Conte, Casino Royale… Quest’anno Hit Week conta di andarsene in giro per il globo e come prima tappa sbarca in Cina. Si porterà dietro, oltre a noi e ai Subsonica, anche alcune eccellenze italiane (nel campo dell’enogastronomia, del design, etc.) che puntano su un’immagine dinamica e diversa del Made in Italy. Fuori dalle fiere di settore, dentro la musica d’autore.

Quali sono le vostre sensazioni al riguardo e che pubblico vi aspettate di trovarvi?
Che pubblico troveremo non lo so, è difficile capirlo ad oggi. Sappiamo che suoneremo nei due migliori music club di Pechino e Shanghai, affiancati da ottimi artisti cinesi: Shanren e Zhou Yunshan. Avremo davanti il loro pubblico e tanti altri curiosi. Questo al momento ci basta. Non è la prima volta che suoniamo davanti a una platea che non ci conosce e che non capisce quello che cantiamo.

Che tipo di concerto sarà, dunque?
Cercheremo di creare una scaletta d’impatto che favorisca il sound piuttosto che la parola. Questa benedetta musica è o non è un linguaggio universale? Butteremo giù il muro delle differenze culturali a suon di R’n’R.

Ultima domanda: ci sarà un mercato per la musica italiana in Cina?
Non lo sappiamo, ma se son rose… fioriranno!

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