Sul lungo rettilineo di frontiera che collega il Limburgo belga con l’omonima provincia del sud dell’Olanda, erano spuntati negli ultimi giorni diversi segnali stradali luminosi che davano il benvenuto nel paese annunciando la fine, fissata per il I maggio, della “politica delle porte aperte” per i coffeeshop, le caffetterie olandesi dove dal 1976 è possibile acquistare e consumare semi-legalmente piccoli quantitativi di hascisc e mariuana. La città di Maastricht, incastonata tra Belgio e Germania, ed i suoi 19 coffeeshop sono da tempo la meta preferita per i “trans-frontalieri” dello spinello che si riversano a migliaia dalle nazioni limitrofe per acquisti.

Da oggi, con l’introduzione del wietpas solo i residenti in Olanda possono previa registrazione, accedere ai 650 coffeesho del paese, trasformati in club privati. Plaude l’avvento della tolleranza zero il sindaco conservatore di Maastricht, Onno Hoes, l’unico borgomastro ad aver sostenuto, senza riserve, il giro di vite sul turismo della cannabis. “Siete i benvenuti in Limburgo per un caffè ed una fetta di torta ma non per acquistare droga” recita infatti un volantino in diverse lingue, comparso negli giorni passati in città, a firma dei liberal-conservatori del VVD, il partito del sindaco e del premier dimisionario Mark Rutte. La tanto attesa prima giornata di pass intanto è arrivata e si sta svolgendo all’insegna delle azioni dimostrative, con un capannello di media, giunti da mezzo mondo per immortalare le prime ore di applicazione della nuova legge e le azioni di disobbedienza civile annunciate e messe in atto da coffeeshop ed attivisti. Fulcro della protesta, il coffeeshop “Easy Goin” dove in mattinata, il gestore Marc Josemans ha impedito l’accesso ai non residenti, tra i quali il radicale Marco Cappato, in trasferta a Maastricht per portare sostegno alla resistenza messa in atto dai coffeeshop, per appena un’ora al fine di “farsi denunciare” per discriminazione e poter sollevare in tribunale il caso “pilota”.

Nel pomeriggio è arrivata a Joseman anche la prima ammonizione da parte del comune di Maastricht per aver ammesso non residenti: alla terza rischia la chiusura definitiva. Serrata dei coffeeshop della città in segno di protesta: la giustificazione ufficiale è che avendo rifiutato di registrare i soci, si trovano de facto senza clienti. Intanto, da più parti, è stata denunciata la comparsa di spacciatori che adescherebbero i turisti respinti dai coffeeshop, richiedendo loro spiegazioni sulle nuove regole. “Stanno girando da stamattina diverse automobili provenienti da Rotterdam o da città del Belgio con a bordo individui venuti a fare affari da queste parti. I cittadini di Maastricht rischiano di doversi abituare alla loro presenza” denuncia Hans van Duijn, ex segretario del sindacato nazionale di polizia Nederlandse Politiebond, molto critico con la politica dei pass. Analoga storia per gli altri comuni investiti dal provvedimento: da Tilburg, Roermond ed Eindhoven giungono notizie che il fronte del no è rimasto compatto ed i gestori hanno optato per ignorare le nuove disposizioni oppure hanno preferito restare chiusi.

Furioso il sindaco di Maastricht: “Non mi sarei aspettato una reazione tanto sciocca ed inconcludente che sta solo causando disagi alla comunità locale. Se non hanno provveduto a stilare la lista dei soci la colpa è soltanto la loro”. Torna a farsi sentire il ministro della giustizia dimissionario Ivo Opstelten, che in un’intervista ha sottolineato che la caduta dell’esecutivo non andrà ad influenzare in alcun modo la road map che dovrebbe concludersi il primo gennaio 2013 con l’estensione del pass a tutto il paese. E lancia un monito alla capitale: “Amsterdam arrivi pronta all’appuntamento perché non sono previste deroghe o passi indietro”. La campagna elettorale per le politiche del 12 settembre è gia iniziata.

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