Vuole rigenerare la politica, confida a Repubblica, proprio come farebbe una bella doccia fredda su quei suoi muscoloni scolpiti. Stanco di elargire banali consigli d’amore, avrà pensato che in fondo la campagna elettorale è corteggiamento e lui, abituato ai salotti della De Filippi e ai troni da rubacuori, di conquiste se ne intende. Nasce così dalla voglia matta di riportare al centro dell’agenda i valori cristiani dell’Udc per cui si candida a sostegno del sindaco Melica, la carriera politica di Giovanni Conversano. Con al benedizione, si suppone, della Maria nazionale, scopritrice, oltre che di talenti tv e di vincitori seriali di Sanremo, anche di nuovi leader politici. 

Dopo il bel Casini, dunque, lo scettro del re del petto nudo resta sempre dalle parti del Terzo Polo: capello tagliato corto, che piace di più alle tante mamme elettrici, sguardo da mascalzone latino, Conversano fa mostra di sé sui muri di Lecce. Spiaccicato sui 70X100 di mezza città mescola appeal discotecaro e tensione politica. Guarda sbieco, come un leader strabico, che cerca la strada per il futuro senza trovarla.

Invece è facile trovare lui. È possibile rintracciarlo al cellulare. Risponde, magari un po’ di fretta e con il timore dell’ennesima fan che alla cornetta si cimenta in respirazioni tra l’arrapato e l’asmatico, però lo fa. Ha scelto, infatti, di scrivere il proprio numero sotto il bel faccione da candidato. Dopotutto se non verrà eletto in consiglio comunale almeno avrà fatto progressi nella propria carriera di gigolò, ogni femmina salentina ora sa come reperirlo.

A colpire, però, non è solo il suo fascino palestrato. Ha competenze da bravo candidato, ci tiene a sottolineare, sicuro, a Repubblica«Forse – sostiene, esprimendo lecito dubbio- non tutti sanno che sono laureato, che non ho subito condanne penali, che non mi sono mai drogato». Nemmeno una cannetta nei bagni della scuola, per dire, come la Camusso. Una virtù che da sola dovrebbe bastare per correre alle elezioni. «D’altronde – continua – abbiamo politici che hanno precedenti penali e continuano a stare al loro posto».

Ecco fatto. Se alla Minetti ci sono volute due tette sode e un abito da suora per entrare in un listino, a Conversano servono invece muscoli guizzanti e qualche dote morale. Anche lui, in fondo, è figlio di una pessima antipolitica. Per la quale un seggietto non si nega a nessuno. Basta avere la fedina penale pulita. 

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