È scontro tra Coop Estense e i sindacati per il rinnovo del contratto aziendale. Dopo una trattativa di tre anni il confronto si rompe bruscamente. E mentre Coop Estense annuncia l’applicazione di un regolamento interno con il mantenimento di alcune condizioni disciplinare dal decaduto integrativo, i sindacati affermano: «E’ un atto violento contro i 5700 lavoratori di Coop Estense che contesteremo in tutte le sedi, compresa quella giudiziaria se necessario», proclamando un pacchetto di otto ore di sciopero, da effettuarsi dopo la campagna di assemblee informative che si svolgeranno in tutti i luoghi di lavoro.

La trattativa tra le parti scalda gli animi già da diversi anni. L’ultimo annuncio poco più di una settimana fa, quando il sindacato ha dichiarato lo stato di agitazione in attesa dell’ennesimo incontro con l’azienda cooperativa, a cui contestavano di non presentare una proposta concreta sul lavoro domenicale, di voler rimuovere il premio aziendale e di inserire la scheda di valutazione individuale, le cosiddette pagelline, come strumento di determinazione di quote di salario.

L’incontro vi è stato, ma non ha prodotto gli esiti sperati, tanto che la rottura del confronto comporterà – comunica Coop Estense dichiarando di esserne rammaricata – la decadenza del contratto integrativo per tutti i dipendenti a partire dal 1° maggio. «Tre anni di trattative – dicono dall’azienda – sono troppi per un contratto la cui impostazione è vecchia di vent’anni, ormai incompatibile con i cambiamenti». Da qui la scelta del Cda di applicare un regolamento interno «che salvaguarda – prosegue Coop Estense – tutte le principali condizioni economiche e normative  attraverso il mantenimento dei contenuti dei maggiori istituti che erano disciplinati dal decaduto integrativo aziendale».

«Ogni cosa proposta dall’azienda – replicano unitariamente i sindacati Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl e Uiltucs/Uil – si basava sul raggiungimento di un incremento delle vendite del 12,5% in 3 anni, dato lontanissimo da quanto ottenuto negli anni passati. A quel dato vengono piegati i possibili incrementi degli orari individuali di gran parte degli attuali part-time e le indennità di funzione erogate a 1.900 lavoratori specializzati, che da certe sarebbero diventate variabili su base mensile al raggiungimento di improbabili incrementi di vendite ed ulteriormente riviste con una valutazione individuale totalmente in mano all’impresa. Si prevedeva inoltre il superamento del salario aziendale per i nuovi assunti e la riduzione delle maggiorazioni per il lavoro festivo». 

Ma non è tutto: i sindacati contestano a Coop Estense l’onerosa acquisizione di Fondiaria-Sai della famiglia Ligresti. «Investire mezzo miliardo di euro, assieme ad altre Coop – proseguono i sindacati – in rischiose attività finanziarie e contemporaneamente progettare il taglio del salario dei propri dipendenti lascia l’amaro in bocca a chiunque abbia a cuore i valori cooperativi».

«E’ un atto illegittimo – afferma Marzio Govoni, segretario provinciale della Filcams/Cgil – che contesteremo anche in sede giudiziaria se necessario. Peraltro la scelta della data del 1° maggio è singolare, non casuale. L’azienda in modo del tutto irresponsabile ritiene di poter far decadere il contratto e sostituisce un accordo collettivo di 80 pagine sottoscritto da tutte le parti, con un regolamento interno che mantiene le condizioni non revocabili, revocandone molte altre, come l’organizzazione del lavoro, le relazioni sindacali, i permessi e molto altro».

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