Il messaggio arriva via Facebook e dice: perché chi andrà al concerto di Madonna non dovrà pagare il biglietto del tram e del metrò, mentre lo devo pagare io che devo andare all’ospedale a trovare mia madre? Bella domanda. 

Per capirla bisogna dare qualche spiegazione. Siamo a Milano, dove Pierfrancesco Maran, l’assessore ai trasporti della giunta guidata dal sindaco Giuliano Pisapia, ha annunciato con sonori squilli di tromba di aver firmato una convenzione tra il Comune e il promoter LiveNation, che organizza il concerto di Madonna a Milano il 14 giugno: chi avrà il biglietto del concerto avrà libera circolazione tutto il giorno sui mezzi pubblici dell’Atm. Un modo per promuovere l’utilizzo di tram e metrò, invece d’ingorgare le strade della città con l’auto e paralizzare con lunghe code e parcheggi selvaggi la zona attorno allo stadio di San Siro, dove si svolgerà l’evento (gruppi di abitanti della zona avevano già espresso la loro contrarietà al caos-concerti). In cambio, LiveNation verserà al Comune 50 centesimi ogni biglietto venduto. Previsione: 50 mila biglietti. Entrate per il Comune: 25 mila euro. Se l’esperimento riuscirà, l’assessore Maran promette di ripeterlo per altri grandi concerti o manifestazioni future.

Tutto bene, dunque? No. Non soltanto per le proteste della signora che deve andare a trovare sua madre all’ospedale e non capisce perché lei deve pagare il biglietto e chi va a un concerto no. Ma anche per le contrarietà interne all’Atm, l’azienda milanese dei trasporti. L’assessore Maran l’ha messa davanti al fatto compiuto, senza coinvolgerla nell’operazione. Che, fatti i conti, per l’Atm è non solo in perdita, ma anche di difficile realizzazione. Infatti: il biglietto giornaliero Atm a Milano costa 4,50 euro, mentre gli organizzatori del concerto ne riconoscono al Comune solo 0,50. Una perdita secca, un prezzo troppo basso. Un regalo ai promoter, che dovrebbero dare di più: loro incassano, la città paga. L’assessore, però, sventola l’accordo come un grande successo, facendo riferimento a una delibera di giunta (dell’era di Letizia Moratti) che prevedeva “la possibile integrazione (in alcuni casi) del biglietto di ingresso all’evento concertistico con il servizio di trasporto locale, in modo che il biglietto di ingresso all’evento sia comprensivo del titolo di viaggio sui mezzi di trasporto pubblico locale, senza costi aggiuntivi per gli utenti”.

In realtà, quella delibera del 2010 si occupava delle soglie di rumore dei concerti e diceva che non dovevano esserci costi aggiuntivi per il Comune, non per gli utenti. Questa volta, invece, il 14 giugno il Comune dovrà sostenere i costi aggiuntivi “relativi ai turni straordinari della Polizia locale”. E l’Atm dovrà sostenere i costi del rafforzamento del servizio. In più, dovrà realizzare, a proprie spese, un software speciale per far stampare dalle macchinette nel metrò biglietti speciali, emessi per chi non inserirà il denaro, ma digiterà un codice assegnato con il biglietto del concerto. E per i mezzi di superficie? Su tram, autobus e filovie sarà sufficiente esibire il biglietto di Madonna. Veramente sarebbe contro la legge regionale, che impone di salire a bordo delle vetture soltanto con “un titolo di viaggio valido”: il tagliando con l’immagine della pop star è “titolo di viaggio valido”? E poi, come faranno gli eventuali controllori a distinguere tra un biglietto vero e uno eventualmente contraffatto, non disponendo delle apparecchiature di controllo, tipo lettura di codice a barre? I milanesi sono avvisati: il 14 giugno in città si circola gratis, (non) paga Madonna.

Il Fatto Quotidiano, 26 Aprile 2012

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