Un corteo di bandiere bianche per ricordare le vittime della crisi. Questa l’iniziativa che si terrà a Bologna durante la mattina di venerdì 4 maggio 2012 per ricordare i tanti imprenditori che si sono tolti la vita oppressi dai debiti esattoriali. Una cifra, quella dei suicidi, che corre spedita verso le ottanta unità da inizio 2012. A promuovere l’appuntamento è Tiziana Marrone, la moglie di Giuseppe Campaniello, l’artigiano di Ozzano Emilia (Bologna) che lo scorso 28 marzo davanti alla sede della commissione tributaria del fisco, si è suicidato dandosi fuoco.

Il percorso si snoderà, in verità, per qualche centinaio di metri nella prima periferia bolognese, dall’ospedale Maggiore, dove in un primo momento l’artigiano era stato portato con il 90% del corpo ustionato, fino a via Nanni Costa, nel parcheggio in cui è stato ritrovato in fin di vita di fianco alla sua auto, proprio sotto le finestre degli uffici tributari dell’Agenzia delle Entrate.

“Quel giorno ci sarà una lunga marcia silenziosa –  racconta la cinquantenne Elisabetta Bianchi, figlia di un artigiano, che ha preso a cuore la situazione della famiglia Campaniello, ora che la Marrone è rimasta vedova, “manifesteremo in memoria dei tanti, troppi suicidi causati da chi non cerca alcun confronto o dialogo con i contribuenti”.

Un messaggio chiaro e diretto, per una categoria professionale che si sente vessata e lasciata senza via di scampo di fronte ai debiti esattoriali. Un messaggio senza fini politici o di protesta, senza etichette partitiche, sindacali o associazioniste, colorato dall’abbacinante bianco delle bandiere. Dietro alla foto dell’imprenditore suicidato che aprirà il corteo si attendono centinaia di persone: “Molti mi assicurano che ci saranno, compresi i parenti dell’imprenditore di Padova che si è tolto la vita a gennaio scorso”, aggiunge la Bianchi, “l’obiettivo è essere almeno in 1.500”. Cifra impressionante che se si verificherà potrà essere doppiata e triplicata ogni “sei mesi”, per rinverdire la memoria rispetto al tema che in questa Italia in crisi economica si presagisce foriero di nuove tragiche vittime da aggiungere alla lista.

L’iniziativa segue la fondazione di un’associazione, “la Casa di Giuseppe Campaniello”, che da pochi giorni sta già raccogliendo centinaia di iscritti in tutto il paese, punto d’incontro tra la Bianchi e la Marrone. Il senso di esasperazione ha unito le due donne che, aiutate dall’Unione Donne Italiane di via Castiglione a Bologna, stanno lentamente contattando anche altre vedove di imprenditori che si sono tolti la vita: “Equitalia è ingiusta: se non paghi una multa ti sequestra la macchina. Come si può poi proseguire il proprio lavoro, magari per migliorare la propria posizione e uscire dal debito se si rimane senza mezzi e strumenti per farlo? Come è possibile che un imprenditore arrivi a questo e lo Stato non faccia niente? Nella vita si dovrebbe avere sempre la possibilità di riscattarsi”.

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