Lo è già nelle scuole e nei tribunali. E ora potrebbe diventarlo anche in Regione Campania. La proposta di legge per rendere obbligatoria l’esposizione del crocifisso nei circa 480 uffici di proprietà regionale o concessi in locazione alla Regione ad uso ufficio porta la firma del consigliere campano Giuseppe Pietro Maisto. E’ stata depositata nei giorni scorsi e ora è al vaglio delle commissioni consiliari per i pareri obbligatori e preliminari all’eventuale trattazione in aula.

Secondo Maisto, del gruppo ‘Caldoro Presidente’, organico alla maggioranza di centrodestra, si tratta di “una battaglia di civiltà e non di fede”. Il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Giuseppe Russo, da cattolico si dice invece “contrario a ogni forma di obbligo in questioni che toccano la religione, come in questo caso”. Materia delicata. E non per l’impegno finanziario, che secondo una prima sommaria stima allegata alla proposta consisterebbe in circa 5000 euro (10 euro per l’acquisto di ogni crocifisso). Anche se in questi tempi di crisi bisognerebbe tirare la cinghia, a cominciare dalle spese voluttuarie. Maisto però vorrebbe spegnere sul nascere ogni polemica: “Il crocifisso – dice – non può essere considerato come un suppellettile o un oggetto di culto, ma è un simbolo idoneo a esprimere l’elevato fondamento dei valori civili, come tolleranza, rispetto reciproco, valorizzazione della persona, affermazione dei suoi diritti, che hanno un’origine religiosa, ma sono anche i valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato, come del resto ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza 389/014 del 2006 . La recente giurisprudenza ha stabilito che l’esposizione di questo simbolo nelle scuole, come nei tribunali, non lede il principio di libertà di religione e non intacca il principio della laicità dello Stato”.

“Il mio auspicio – conclude l’esponente del Gruppo Caldoro – è che questo principio venga recepito da altri enti pubblici, come comuni e province. Sarebbe un bel segnale se tutte le forze politiche decidessero di appoggiare l’iniziativa”. Ma il segnale di unanimità non arriva. Uno dei capi dell’opposizione, il capogruppo Pd Giuseppe Russo, ritiene “sbagliato il principio di obbligatorietà. Da cattolico sono contrario a ogni forma di obbligo in questioni che toccano la religione. Non mi convince, muove ad escludere altro. Per me non dovrebbero esserci religioni di Stato, con quel che ne consegue… Eppoi mi chiedo: in questi tempi di crisi acuta è davvero così importante pensare a mettere i crocifissi in Regione? Forse si vuole fare affidamento a virtù superiori?” Lapidario il commento del dipietrista Nicola Marrazzo: “Sono per uno stato laico, senza dimenticare le nostre origini religiose”. Infine Giancarlo Nobile, coordinatore della Consulta Napoletana per la laicità delle Istituzioni, ricorda a Maisto “che vi sono già i nobili simboli della nostra Repubblica come la bandiera tricolore sancita dall’Art. 12 della Costituzione, che simboleggia i messaggi universali di Libertà, Fraternità ed Uguaglianza, e il simbolo della Repubblica adottato all’alba della nostra Democrazia il 15 maggio 1948”.

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