Ma la “figliola di Le Pen”, che tosta! Bionda, occhi azzurri, un bel faccione da massaia ariana, il suo aspetto domestico confligge palesemente con la dottrina dark che vorrebbe la cancellazione degli immigrati, eppure è stato determinante per portare a buon fine il processo di sdemonizzazione dell’estrema destra.

È riuscita, Marine, a sembrare più mansueta di suo padre, mentre è soltanto meno rincitrullita. Però, se vogliamo instaurare un confronto fra “figli di razzisti”, bisogna riconoscere che Marine Le Pen trionfa su Renzo Bossi. Mentre il maschietto lavorava alacremente per rovinare la reputazione della famiglia, coniugando una capricciosa ingordigia con una ignoranza pre-scolare, la femminuccia riportava il suo vecchio all’onor del mondo con un risultato elettorale che mette paura (a noi) e provoca il sincero entusiasmo di tutti quelli che vogliono dar fuoco alle moschee, possibilmente nelle ore del culto.

Il suo messaggio è rivolto ai più massacrati dalla crisi: voi state male perché ci sono gli stranieri. Se cacciamo gli stranieri voi starete meglio. Palle, ma palle efficaci. Una proposta a Bossi Senior: se proprio vuol mandare il suo adorato somaro a studiare all’estero, senatùr, gli faccia fare uno “stage” presso la piccola Le Pen. Magari impara qualcosa.

Il Fatto Quotidiano, 24 Aprile 2012

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