Quattro giornalisti della France Presse sono riusciti ad entrare in uno dei Paesi più chiusi al mondo in treno, viaggiando da Dandong, l’ultima città cinese prima del confine, fino alla capitale Pyonyang. Ci sono volute 10 ore per percorrere 240 chilometri, un tempo infinito che ha permesso ai reporter di rubare alcuni scorci unici della campagna e di diverse città nordcoreane, tenute il più possibile lontane da occhi stranieri per volere del regime militare. Dal finestrino scorrono strade polverose, poco asfaltate su cui si affacciano palazzi squadrati, tutti uguali e per la maggior parte decrepiti. Il panorama è punteggiato da gruppi di persone a piedi o in bicicletta che lavorano lungo distese senza fine di campi riarsi o sistemano strade. Qua e là spuntano monumenti e gigantografie del “grande leader” Kim Il Sung, morto nel 94 e idolatrato in patria. La sensazione generale è di miseria e solitudine, unico barlume di colore l’immagine fugace di ragazzini che si allenano su un campetto di calcio
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