Nelle galassia Fiat per eleggere i rappresentanti sindacali di fabbrica si può vincere, anzi stravincere, e restare comunque in minoranza. Succede negli stabilimenti Magneti Marelli di Bologna, dove negli ultimi tre giorni si è votato per nominare le rsa (le vecchie rsu), e nella competizione interna tra sigle sindacali differenti ha partecipato anche la Fiom, recentemente riammessa in fabbrica da una sentenza del Tribunale di Bologna che ha condannato la Fiat per comportamento antisindacale.

Nello stabilimento di Crevalcore, a pochi di km dalle Due Torri, i risultati ufficiali usciranno domani. Quello che si sa già è che a Crevalcore la Fiom ha superato le 159 preferenze ottenute alle scorse elezioni. Su 303 dipendenti significherebbe avere la maggioranza assoluta, ma i delegati del sindacato di Landini non saranno più di due, contro i sei che si divideranno le organizzazioni firmatarie del contratto aziendale Fiat entrato in vigore dal primo di gennaio di quest’anno. A Bologna invece ci sono i risultati definitivi: la Fiom porta a casa 274 voti; Cisl, Uil e Associazione quadri solo 98 (rispettivamente 15, 31 e 52). Il paradosso anche qui è che il sindacato di Landini avrà diritto a 3 rsa, le altre 9 andranno ai sindacati firmatari nonostante abbiano tutti assieme preso poco più di un terzo dei voti della Fiom. “Se avessero firmato il contratto Fiat avrebbero avuto anche loro le rsa elette come noi, invece non firmando hanno diritto solo alle rsa cosiddette nominate, come imposto dal giudice”, spiega Luigi Zanini, segretario bolognese della Uilm. “La verità – replicano dalla Fiom – è che Cisl e Uil ci hanno tenuto fuori, se avessero voluto ci avrebbero potuto fare entrare nelle commissioni elettorali e tutto si sarebbe svolto democraticamente”.

Fatto sta che le operazioni di voto sono state confuse e con i seggi divisi in due zone. Per votare Fiom si è votato in un container fuori dallo stabilimento a Bologna e in una saletta sindacale separata a Crevalcore. Per votare per i sindacati firmatari in entrambi gli stabilimenti del gruppo Fiat l’azienda ha messo a disposizione una sala attrezzata o la normale sala sindacale. E non tutti i lavoratori hanno capito che fare, disorientati dalla possibilità di votare contemporaneamente per le due liste. “Ci hanno spiegato che il voto in un seggio non escludeva quello nell’altro e che si è trattato di due voti separati per eleggere due Rsa diverse”, racconta un operaio di Crevalcore contattato telefonicamente. “La scelta del doppio voto è stata forse un’idea dell’azienda per portare più consensi possibile verso i sindacati firmatari del contratto Fiat”, spiega Francesco Di Napoli, ex rsu della Magneti Marelli.

Insomma: va bene votare Fiom, ma meglio se il voto poi va anche agli altri. Il perché è presto detto: le regole contrattuali comunque vada assegnano alla Fiom tre rappresentanti (2 a Crevalcore) e agli altri sindacati firmatari, indipendentemente dal numero di voti presi, nove (o 6). Stando così le cose la competizione non sarebbe più sul numero di rsa elette, ma solo sul numero di voti, numero necessario per dare o meno autorevolezza alle rappresentanze sindacali aziendali. Da qui, ragionano in Fiom, il tentativo di portare in ogni modo voti anche alle altre liste che storicamente sono sempre state piuttosto deboli in fabbrica, ma che hanno il pregio agli occhi Fiat di avere sottoscritto l’ultimo contratto. Al contrario di quanto fatto dalla sigla di Landini.

Comunque sia la sconfitta dei sindacati firmatari dell’accordo aziendale Fiat è oggettiva e certificata dai numeri. La novità è che le ostilità non sono più tra sindacati e azienda, ma direttamente tra la Fiom e le altre sigle. Questa volta poi, al contrario del passato, non c’è più nessun tentativo di abbassare i toni o dissimulare lo scontro. “In queste condizioni – spiega Bruno Papignani, segretario bolognese dalla Fiom-Cgil – difficilmente festeggeremo il Primo Maggio assieme a chi lavora contro la democrazia in accordo col padrone”.

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