Identificate e subito rilasciate le tre donne No Tav che intorno alle ore 13.30 circa dopo aver tagliato le reti sono riuscite a entrare nell’area recitata intorno al cantiere della Torino-Lione alla Maddalena di Chiomonte, dove sono in corso le procedure di esproprio dei terreni privati compresi nell’area di cosiddetto “interesse strategico nazionale”. Diversi i tentativi da parte dei manifestanti di superare le reti in più punti. Tentativi che la polizia ha respinto con cariche di contenimento. I tecnici hanno riparato il tratto di rete tagliata. Intanto, circa 300 manifestanti, secondo quanto riferisce la Questura, continuano a rimanere sull’altura intorno al cantiere nonché il blocco della A32 all’altezza dello svincolo Chianocco su entrambe le carreggiate. Bloccata anche la strada Statale 24 sia verso Bussoleno, sia verso Avigliana.

Questa mattina hanno risposto alla convocazione di Ltf una ventina di proprietari terrieri che si sono presentati accompagnati da un loro tecnico e da un avvocato di fiducia per il sopralluogo sulle aree che saranno interessate dalla realizzazione del cunicolo esplorativo per la Torino-Lione. Complessivamente i lotti dei privati che sono stati presi in possesso da Ltf corrispondono a circa un ettaro e mezzo, di terreni per la maggior parte boschivi. L’indennizzo che verrà corrisposto ai proprietari e che viene calcolato sulla base del valore commerciale del terreno varia da 2 a 4 euro al metro quadrato. Ciascun proprietario avrà un dodicesimo per anno di occupazione per ogni metro quadrato.

Ben diverso l’atteggiamento di Marisa Mayer, una delle proprietarie dei terreni che, contraria alla realizzazione dell’alta velocità, si è incatenata per tre ore a una rete all’interno dell’area recintata, vicino alla baita che per mesi è stata presidio del movimento No Tav. La donna, 67 anni, è l’ultimo dei proprietari convocati dalla Ltf per l’avvio delle procedure di ‘occupazione temporanea’ e si è legata quando ormai le operazioni di esproprio dei terreni del cantiere di Chiomonte si erano concluse (ascolta l’audio). “Mi sono incatenata – ha spiega – perché tolgano queste recinzioni che sono molto più avanti rispetto a dove dovrebbero essere. E se non avessi avuto voglia di farlo, mi ha convinto il trattamento che ci è stato riservato questa mattina, quando ci hanno fatto entrare nei nostri terreni passando ingabbiati come delle pecore. Ma – aggiunge – tutto è stato vergognoso: le lettere di esproprio ci sono arrivate il 2 marzo e il 27 febbraio i nostri terreni erano già stati occupati”. La donna è stata acclamata dai militanti che stazionano fuori dalle reti.

Tra coloro che si sono presentati all’appuntamento con Ltf anche Alberto Perino, leader della protesta No Tav, che non è proprietario ma ha la delega di Luca Abbà, l’attivista rimasto gravemente ferito dopo essere precipitato da un traliccio dell’alta tensione e tuttora ricoverato al Cto di Torino. Perino che, con altri proprietari, non ha voluto usufruire del pulmino messo a disposizione per raggiungere i terreni, al termine delle operazioni di verifica ha spiegato: “Abbiamo contestato tutto quello che ci è stato detto. Soprattutto abbiamo contestato il fatto che in parte delle aree di proprietà non abbiamo potuto accedere. Ci hanno detto per motivi di ordine pubblico anche se qui non c’è nessuno”. “Abbiamo contestato anche il fatto – ha aggiunto – che sui terreni è stato demolito tutto, compromettendo irreparabilmente lo stato dei luoghi”.

Manifestazioni contro il Tav si sono svolte anche in altre parti d’Italia. A Palermo, dove ci sono state alcune cariche della polizia, è partito dal teatro Massimo il corteo a cui hanno partecipato centinaia di studenti e cittadini. A Paola (Cosenza) un gruppo di manifestanti “No Tav” ha bloccato la stazione ferroviaria impedendo la partenza dell’Eurostar Reggio Calabria-Roma. A Milano, questa mattina un gruppo di attivisti della campagna ‘Rivolta il debito’ sono entrati nella filiale della banca Intesa-Sanpaolo di piazzale Loreto per protestare contro i finanziamenti dell’istituto all’Alta velocità. Anche a Napoli, in segno di solidarietà con i No Tav della Valsusa, alcuni manifestanti hanno esposto uno striscione, a firma ‘No Tav Chiaiano’ con lo slogan ‘No alla militarizzazione del territorio’ all’interno della discarica di Chiaiano, sostenendo di aver violato la zona militare. Lo striscione ‘Siamo tutti/e No Tav’ è stato esposto sul cornicione alto della discarica. A Roma blitz in via dello scalo di San Lorenzo dove alcuni manifestanti si sono introdotti all’interno di uno stabile delle Ferrovie dello Stato. Ma manifestazioni contro l’alta velocità si sono svolte anche a Firenze, Bologna, Genova, Messina, Brescia e Torino.

Articolo Precedente

Disoccupati: fate i cavalli!

next
Articolo Successivo

Villa Certosa, nuovi controlli della forestale nella villa di Silvio Berlusconi a Porto Rotondo

next