“Profe viene con noi a Parigi a vedere i disegni di Rodin” ? http://www.musee-rodin.fr/fr/exposition/la-saisie-du-modele

E perchè no?, e subito a cercare un volo a bassissimo cost per una inusuale gita scolastica autogestita : due profe “portati” da 11 allieve del I°anno Pittura, Accademia Belle Arti di Firenze. Che dirvi, Parigi di primavera, vissuta attraverso gli umori esaltati e instabili di una dozzina di ventenni pazze- nell’ordine, per i ragazzi parigini, l’arte, la tour eiffel di notte e il pain chocolat -è cosa sfinente e rigenerante al tempo stesso. Ed eccoci davanti ai trecento disegni di Rodin. Strepitosi. Disegni della modella fatti negli ultimi suoi trenta anni di vita, quando, preda di una sorta di ossessione concentrata, aveva preferito alla scultura il disegno. Da cui l’indagine accanita di tracciare e ritracciare con poche linee il mistero sempre più sfuggente del sesso femminile. Perchè di questo si tratta.

Velata dalle acque della tempera, immersa nella materia più ingovernabile (l’acquarello, l’arte più difficile, affrontabile solo alla fine di una vita), aperta dischiusa accoppiata insomma è Lei la modella, l’origine della vita la protagonista assoluta. E si sa che lo scultore e’ categoria da sempre,totalmente, perdutamente, interessata al sesso e a pochissimo altro. Evviva.

Dopo la mostra di Rodin, affollata e memorabile, propongo loro altre ossessioni, altri disegni. Alla Cinémathèque française, (disegnata da Frank Gehry, quello del Guggenheim a Bilbao, qui in versione addomesticata: piani scompaginatissimi poi su di un lato finestrine da anonimo condominio) c’è la mostra dei disegni di Tim Burton. Unica sede europea della personale che gli ha dedicato il Moma a novembre. L’affollamento delle sale un lunedì feriale, ora di pranzo, di giovani e giovanissimi è impressionante. Fermi concentrati esaminano lentissimamente ogni dettaglio di ogni singolo lavoro -la mostra è davvero grande- davanti a disegni anche buffissimi di ironia sublime nessuno sorride. Alcuni si sono accampati a terra, decisi a farsi mesmerizzare dalla sua creatività pazzesca, strabordante in tutte le direzioni possibili. In una delle prime sale è dipinta sul muro la sua frase: Il disegno mi ha cambiato la vita: un giorno stavo facendo uno schizzo e mi sono detto che non era importante che io sapessi disegnare o meno, l’importante era che mi piacesse farlo.

Nei primi disegni affiorano brandelli di cultura visiva “alta”: Hieronymus Bosch, Durer, Picasso cubista…Anche di questo il ragazzo disadattato di Burbank (ma niente affatto sprovveduto) si è cibato, bulimico, frullando poi il tutto insieme ad ogni altro stimolo visivo offerto su piazza: tivvù suermarket scuola cani famigliole clown. Rispetto ai disegni di Rodin colpisce la totale assenza di interesse o ammicchi sul sesso. Le mostruose creaturine di Tim risultano sempre innnocenti androgini, prepuberali, spaventati, piuttosto, da seduttrici supersexy paiettate alla Marylin. Di tutto un altro genere sono le ossessioni che lo governano e che anche qui il disegno si è incaricato di liberare. E che hanno fatto sì che anche noi le amassimo, moltissimo.

La mostra di Tim Burton a Parigi è fino ad Agosto, cari mostruosi disegnatori vedete di non perderla…

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