Quindici, venti, venticinque anni di lavoro in un’azienda di ristorazione. All’improvviso una lettera: il contratto con il centro commerciale in cui uno dei ristoranti della catena è inserito non è stato rinnovato. Il locale chiude e l’azienda apre la procedura di mobilità per i dipendenti. E’ quanto successo nell’area di servizio Romanina di Roma, dove Autogrill è in procinto di licenziare 43 lavoratori, con l’intento di non riassorbirli nei 62 punti vendita del Lazio, né di stabilire una cassa integrazione. E la vicenda non riguarda solo la capitale, perché i licenziamenti in tutto il gruppo sono 83 e toccano anche Bologna e Milano.

Secondo i lavoratori, che stamattina hanno protestato davanti al negozio Autogrill della Stazione Termini a Roma, la multinazionale avrebbe approfittato della crisi per chiudere contratti a tempo indeterminato e fare posto a lavoratori con contratto a tempo determinato. “A Fiumicino – ha spiegato uno dei dipendenti – sono state assunte venti nuove persone con un contratto a termine e a Ciampino altre quattro. Aumentano, inoltre, i contratti a 14 giorni”.

A curare gli interessi dei licenziati sono i sindacati Filcams Cgil, Uil Turismo Commercio e Servizi e Cisl Fisascat, che insistono sul reintegro dei lavoratori e sulla previsione di un ammortizzatore in deroga, qualora la mobilità si prospettasse come necessaria. Hanno sottolineato, inoltre, che Autogrill non è affatto in crisi. I risultati 2011 dell’azienda, che si dichiara primo operatore al mondo nei servizi di ristorazione e retail per chi viaggia, parlano chiaro: ricavi consolidati in aumento del 4 per cento rispetto al 2010 e utile netto in crescita del 26,7 per cento.

“Al tavolo nazionale del 27 marzo scorso – ha detto Katia Rocca, funzionaria Filcams Cgil – a una richiesta di sospensione della mobilità abbiamo ricevuto un secco no su tutti i fronti: non vogliono sentir parlare di riposizionamento dei lavoratori né negli altri locali di Roma e del Lazio, né tantomeno di concedere la cassa integrazione”. Alla chiusura dei locali di Milano e Roma corrisponde il subentro rispettivamente di Compass Group e di McDonald’s, entrambe aderenti alla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), alla quale Autogrill ha affidato la gestione dei risvolti occupazionali dei lavoratori in mobilità, rifiutando di lasciare dichiarazioni alla stampa.

Su richiesta di Cgil, Cisl e Uil, la Fipe ha convocato un incontro tra le società e i sindacati per l’11 aprile nella sede Epam di Milano. Il nuovo gestore del punto vendita della Romanina non è invece ancora stato nominato: i giorni passano, slitta un possibile accordo, i lavoratori tremano. E coloro che non ha ancora ricevuto quella lettera sono preoccupati per la scadenza, entro il 2013, delle concessioni autostradali: “Temiamo non ci sia la volontà di tutelarci – hanno detto – e che si apriranno procedure di mobilità a iosa”.

di Paola Mentuccia

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