La soluzione della vicenda in cui sono implicati due marò italiani spetta al tribunale: Lo ha dichiarato oggi a Trivandrum, in Kerala, il ministro degli Esteri indiano S.M. Krishna. Il ministro, riferisce ha precisato la questione dopo un incontro di 30 minuti con il ‘chief minister’ del Kerala, Oommen Chandy.

Ieri la decisione di tenerli in India, oggi la proroga della custodia cautelare per altri 14 giorni. I due marò italiani Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, saranno interrogati dalla polizia davanti alle autorità competenti su quanto accadde sulla Enrica Lexie , il 15 febbraio scorso, quando furono uccisi due pescatori indiani.

Il ‘chief minister’ del Kerala, Oommen Chandy, ieri aveva escluso che il processo possa tenersi in Italia. E ha sostenuto, in modo categorico, che i due militari italiani, accusati di aver ucciso due pescatori indiani, “hanno commesso un reato che cade sotto gli effetti della legge indiana” e “devono quindi essere processati qui”. La dichiarazione ha colto di sorpresa il sottosegretario agli Esteri italiano Staffan de Mistura, appena giunto a New Delhi per una nuova serie di colloqui riguardanti la vicenda dei marò, che l’ha rispedita al mittente giudicandola “improvvida e francamente inopportuna”.

Non è che la posizione di Chandy fosse particolarmente nuova, ma certo l’averla riproposta a poche ore dal nuovo appuntamento a Kochi ha sollevato più di un interrogativo nella delegazione italiana che da sei settimane segue passo passo l’evolversi della situazione. “Mi auguro – ha detto De Mistura – che la dichiarazione fosse solo improvvida e non avesse intenzione di influenzare la decisione” dell’Alta Corte. Restiamo in attesa dello svolgimento dell’udienza, ha aggiunto, “perché siamo convinti che la questione della giurisdizione sia fondamentale non solo per la soluzione di questo caso, ma anche come grave precedente internazionale”.

Il sottosegretario italiano ha in programma oggi alcuni incontri di carattere riservato nella capitale, mentre nel pomeriggio si trasferirà a Trivandrum, capitale del Kerala, dove domani incontrerà i due marò ospitati in una sezione speciale del carcere centrale della città.

Intanto, dopo la pausa di fine settimana, sono almeno tre gli appuntamenti che interessano il caso di Latorre e Girone. Questa mattina a Kollam, dove è stato istruito il processo che li accusa della morte dei due pescatori, i marò si sono presentati davanti al magistrato che ha ordinato altre due settimane di custodia giudiziaria. Poi, nell’ambito del processo riguardante la giurisdizione, il giudice dell’Alta Corte di Kochi, P.S. Gopinathan, acquisirà agli atti una memoria dello Stato del Kerala in cui si sostiene l’opportunità di applicare la legge indiana per il reato commesso dai militari italiani. Non sarà un’udienza decisiva, e un rinvio appare scontato. La sezione speciale dell’AltaCorte del Kerala ha rinviato oggi di un altro giorno la sentenza riguardante il definitivo rilascio della petroliera Enrica Lexie implicata nell’incidente.

Resta infine un mistero la sorte della perizia disposta dal giudice di Kollam sulle armi appartenenti ai marò sequestrate a bordo della nave e sui proiettili trovati sui corpi delle vittime e sul peschereccio. Nessuno capisce perché, pur essendo passate ormai tre settimane dalla realizzazione dei test, questi restino ancora segreti.

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