La grande M arancione troneggia sul blocco squadrato della costruzione per farsi notare. Certifica la sua presenza in ogni città e gareggia per numero con le tre chiavi incrociate a lettere rosse dell’Ubs. I due simboli antitetici, le due facce della stessa medaglia Svizzera. Rimasi impressionato, le prime volte da quella M che mi ricordava certe facciate a me note e che osservavo con il rigetto proprio di un figlio di partigiano. Mio padre mi spiegava che la M si ritrovava come marchio del dittatore in tutti i palazzi che costruiva. Ma quella arancione della Migros testimonia un certo “similsocialismo” elvetico.

In questi giorni, da uno studio del GfK che analizza la reputazione delle ditte svizzere sui parametri della sostenibilità, la grande M risulta essere la prima ditta svizzera. La più amata dagli svizzeri, potremmo dire, la migliore a livello sociale, ecologico ed economico. Supera la famosa ditta di orologi Swatch e la più nota cioccolateria Lindt che occupano rispettivamente il 2° e 3° posto. Quando ci entravo le prime volte, mi stupivo di questa regola: alla Migros non si vendono alcolici e sigarette, per espressa scelta dei fondatori. Inoltre tutti i profitti sono investiti nelle Klubeschule Migros (simili alle tedesche Volkschule, Scuole del popolo). Difficile parlarne all’italiana, ma questa grande catena di supermercati, è diventata col tempo una potenza anche nel campo della formazione. Le sue scuole del popolo sono grandi centri modernissimi collocati vicino alle stazioni ferroviarie di ogni città. Offrono corsi di ogni tipo a prezzi contenuti e sono frequentate da svizzeri e stranieri che possono imparare le lingue, l’informatica più avanzata, lo yoga, le arti marziali. Insomma di tutto; ci sono corsi di cucina e anche quelli per fare i pacchetti regalo con precisione, infiocchettati elegantemente. Insomma una Università popolare con infrastrutture che farebbero impallidire la Bocconi e che è sempre comodamente raggiungibile con i mezzi pubblici. Poi ci sono i self service presenti in tutti i centri M, frequentati da pensionati e giovani che si nutrono quotidianamente a prezzi da Camera dei Deputati (prima dei ritocchi), grazie a mamma Migros.

Insomma una realtà dinamica ed inimmaginabile, sempre in attivo, con i prezzi che tendono a diminuire grazie alla competitività con la Coop che vende alcolici e tabacchi. La M continua invece, quasi religiosamente, a ritenere che questi prodotti sono dannosi per la salute dei consumatori continuando a rifiutarsi di venderli per motivi etici, anche se a due passi ci sono i Kiosk nei quali ci si può rifornire di questi prodotti per avvelenarsi liberamente. Ovviamente superfluo segnalare che tutto il commercio equo e solidale planetario usufruisce di fondi Migros per progetti legati alla organizzazione Max Havelaar che ha il vantaggio di fornire tutta la catena di prodotti bio al giusto prezzo e senza sfruttare i produttori. Incredibile ma è così. Ovviamente c’è anche la Banca Migros, i distributori di carburante M con prezzi concorrenziali, la spesa a domicilio per anziani e le Migros mobili, dei camper con le merci che salgono fin nei più sperduti villaggi di montagna a vendere mercanzie; le stesse che trovi nel centro di Zurigo. Quindi un modello di impresa, senza profitti, che occupa in Svizzera (in proporzione al numero di abitanti) lo stesso numero di addetti della Fiat più tutte le banche italiane messe insieme, e che non ha mai usufruito di un contributo pubblico da parte dello Stato.

Quel che mi dispiace è, che nonostante risieda in Svizzera e faccia la spesa alla Migros, l’intelligente e creativo Mr. Marchionne non si sia mai accorto di questo fenomeno di impresa. Forse è stato più attento nel capire l’altra faccia della medaglia, quella delle chiavi incrociate con la scritta rossa Ubs, del cui consiglio di amministrazione ha sempre fatto parte.

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