Una “sanzione sociale”. E’ questo per il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera il metodo da adottare contro l’evasione fiscale. Specie dopo che ieri, sono state diffusi i dati sulle dichiarazioni dei redditi degli italiani, da cui è emerso che il 50% dichiara meno di 15 mila euro all’anno. “E’ un tema che va risolto – ha detto Passera da Cernobbio a margine del convegno Ambrosetti- una situazione da aggiustare. Gli ultimi dati dicono che ci devono essere più controllo e migliori norme, ma alla fine ci deve essere sanzione sociale. Certamente non può essere più considerata furbizia non pagare le tasse, non può essere considerato accettabile che chi ha uno stile di vita di buon livello non abbia poi una sua quota di partecipazione agli oneri pubblici, non deve essere tollerato che chi può contribuire in maniera adeguata non lo faccia”.

Il governo reperirà i fondi per rilanciare lo sviluppo dell’economia dalla ‘spending review’ dei conti pubblici e dalla riduzione dell’evasione fiscale oltreché dalla valorizzazione degli attivi pubblici. “Molte riforme non hanno necessariamente bisogno di soldi – ha spiegato Passera – altre ne hanno bisogno, come ad esempio se vogliamo accelerare il piano di infrastrutture piuttosto che altri. Le risorse devono venire dalla revisione della spesa pubblica, dalla riduzione dell’evasione fiscale e dalla valorizzazione di attivi pubblici, che potrebbero diventare fondi per studiare nuovi investimenti”.

Intervistata dal Sole24Ore, il direttore del dipartimento delle Finanze, Fabrizia Lapecorella si dice convinta che non ci sia “alcuna fuga dal fisco”: “Dopo un 2009 in cui si era registrato un calo del reddito medio d’impresa dichiarato in linea con la contrazione del Pil – osserva Lapecorella – i dati delle dichiarazioni presentate nel 2011 colgono la temporanea ripresa economica che si è registrata nell’anno. Il reddito complessivo dichiarato è infatti in crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente”. Inoltre, “i redditi medi d’impresa e di lavoro autonomo crescono più del Pil nominale rispettivamente +3,8% e + 3,6%”. Lapecorella riconosce che “certamente in Italia c’è  un enorme problema evasione” ma sottolinea anche come l’amministrazione finanziaria disponga ormai “di strumenti potenzialmente incisivi per contrastare questo fenomeno”. “Quello che però mi sembra importante richiamare – osserva – è che finalmente si inizia ad osservare un diverso atteggiamento generalizzato nei confronti dell’evasione che è, probabilmente, la chiave per ricondurre il fenomeno a livelli fisiologici”.

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