Ancora un dramma della disperazione, legato alla crisi economica. Questa volta il protagonista, suo malgrado, è stato un cittadino marocchino, un operaio edile di 27 anni residente a Verona, che questa mattina si è dato fuoco a Verona, nella centrale piazza Bra, davanti alla sede del municipio e a pochi passi dal simbolo della città, l’Arena. Da quattro mesi l’immigrato non riceveva lo stipendio e proprio la difficile situazione economica sarebbe all’origine del suo gesto drammatico. L’uomo si trova ora ricoverato in ospedale: secondo un primo esame dei medici è grave, ma non in pericolo di vita. Ha riportato ustioni alla testa e alle gambe.

Un episodio che sarebbe dunque originato dagli effetti della crisi economica che segue di 24 ore quello di Bologna, dove un artigiano edile di 58 anni si è dato fuoco all’interno della propria auto parcheggiata di fronte all’Agenzia delle Entrate e che ora si trova in condizioni gravissime.

Il giovane lavora per un consorzio cooperativo di servizi di impresa. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri il marocchino ha sostenuto di non percepire lo stipendio da 4 mesi, si è cosparso di benzina, dandosi fuoco alle gambe e alla testa davanti al municipio di Verona. Il tentato suicidio è avvenuto durante un presidio di protesta organizzato davanti a Palazzo Barbieri, sede del municipio, da alcuni genitori per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’operato del Tribunale dei minori di Venezia e degli assistenti sociali. Provvidenziale l’intervento dei carabinieri che, impegnati nel servizio di ordine pubblico disposto in occasione del presidio, hanno spento le fiamme utilizzando un drappo dei manifestanti. I militari dell’Arma, dopo aver prestato i primi soccorsi, hanno anche recuperato l’accendino utilizzato e la bottiglietta nella quale il marocchino aveva versato la benzina.

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