Il presidente del Consiglio Mario Monti avrà pure i sondaggi favorevoli, ma se il Paese non viene convinto sia dai tecnici che dai politici, il rischio è che prendano cazzotti sia i primi che i secondi. E’ il pensiero del segretario del Pd Pierluigi Bersani che replica così a distanza allo stesso Monti che aveva contrapposto i sondaggi sulla popolarità del governo e quelli sulla fiducia nei partiti, sostenendo così che gli italiani appoggiano la riforma del lavoro: “O politici e tecnici convincono insieme il Paese – ha chiarito Bersani – o sotto la pelle del Paese ce ne è abbastanza per prendere a cazzotti politici e tecnici”.

Il dibattito definito “stucchevole” tra politica e tecnica è per il segretario del Pd come “il battibecco tra i polli di Renzo”. “Quando sento la parola ‘partiti’ – spiega Bersani – non mi trovo. Io ho un nome e un cognome e mi chiamo Pd e sto cercando, correndo rischi seri, di collegare il sostegno al governo con la sensibilità verso un Paese ammaccato e profondamente segnato dalla crisi e dagli effetti delle politiche di risanamento”. La gente, ribatte Bersani, “viene da noi, io sono fermato per strada e mi si chiede conto dell’azione di governo”.

“Lavoro, problemi di costituzionalità”. Bersani è anche tornato con decisione sulla riforma del lavoro: il segretario del Pd ribadisce che serviranno modifiche al progetto del governo e non solo per l’eventuale eliminazione di tutele per i lavoratori: “Non sono un costituzionalista – dice – ma credo che chiunque veda che un problema di costituzionalità c’è. Serve attenzione su come si fanno le norme e una correzione in Parlamento. Non conosciamo ancora le norme e quindi il dibattito è assurdo. Quando arriveranno le norme ne discuteremo con chiarezza ma il metodo è che qualsiasi norma arriva in Parlamento si valuta ed eventualmente si corregge”.

Il segretario del Pd ha anche contestato un’altra uscita di stamani del premier dal Giappone, quando aveva chiarito il suo pensiero: ”Le imprese hanno paura di assumereperchèßè molto difficile licenziare anche per ragioni economiche” aveva chiarito Monti. “Non è vero, stiamo parlando di cose di cui non si conosce la concretezza. Non credo che non si assuma perchè non si licenzia abbastanza – ha replicato Bersani – Se guardo le statistiche, si vede che in Italia il distaccamento dal lavoro è più semplice che altrove, come ad esempio in Spagna. Non serve drammatizzare, ne discuteremo in Parlamento come successo per gli altri provvedimenti”.

Il Pd, dal canto suo, assicura il segretario, cerca di essere “ragionevole”: “Sull’articolo 18 abbiamo norme che ci differenziano da Paesi europei come la Germania e la Danimarca che vengono ritenuti i migliori nel mercato del lavoro. Andiamo verso questi paesi e non facciamo come gli Stati Uniti. Su questa posizione ragionevole intendiamo discutere in Parlamento”.

“Il bipolarismo non è in discussione”. Il segretario democratico intende mettere anche dei puntini sulle “i” sulle intese sulle riforme costituzionali ed elettorali: “Girano stravaganze sull’esito del vertice di ieri. E’ infondato dire che i partiti con la riforma avranno mani libere, abbiamo fissato vincoli perchè gli elettori scelgano i parlamentari e gli indirizzi del governo. Nessuno mette in discussione il bipolarismo, il problema è come farlo: con le ammucchiate per un voto in più del porcellum una volta si è interrotta la legislatura e ora siamo in una situazione singolare che non può essere messa a regime”. Sulle posizioni contrastanti uscite nelle ultime ore dall’interno dello stesso Pd Bersani ha risposto: “Sulla legge elettorale ci sono i gusti più disparati ma vogliamo tenerci il porcellum o cambiare? Ciascuno deve uscire dalle convinzioni profonde altrimenti ci teniamo questa legge elettorale”. Tanto che continua definendosi fiducioso, anche se il “percorso non è sicuro”.

Napolitano: “Non vedo esasperazioni”. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto sulle difficoltà che sta vivendo il Paese, sul rischio di possibili tensioni sociali e sulla capacità degli italiani di capire le riforme del governo Monti. “Penso – ha dichiarato il Capo dello Stato – che ci sia una straordinaria consapevolezza tra gli italiani” della necessità di proseguire nell’austerity che fare le riforme: “Non vedo esasperazioni cieche”. “Ho molta fiducia – ha continuato – sulla capacità di comprensione degli italiani sulla necessità di affrontare i cambiamenti e sulle strade nuove che questi cambiamenti prevedono”. Ai giornalisti che gli ricordavano la manifestazione unitaria convocata dai sindacati per il 13 aprile contro la riforma delle pensioni il Capo dello Stato ha ammesso: “C’è una questione aperta della quale i sindacati chiedono una modifica e credo che il governo stia studiando la soluzione”.

Il presidente si è soffermato anche sulle prove di accordo sulle riforme costituzionali ed elettorali: “Si stanno aprendo  nuovi cantieri – afferma – che prevedono riforme costituzionali, elettorali e regolamentari e mi auguro che soprattutto questo cantiere vada rapidamente avanti”.

In precedenza Napolitano aveva voluto condividere con i lavoratori dell’Alcoa, telefonando a un loro rappresentante, la “grande soddisfazione” per l’accordo raggiunto nella notte che ha consentito per il momento la decisione di chiusura dell’azienda che avrebbe comportato la perdita dell’occupazione per molte centinaia di lavoratori. Su questo tema, ha sottolineato il Capo dello Stato, l’impegno del governo è “stato molto forte”.

Ue: “La riforma modifichi la protezione dell’impiego”. Oltre a Monti e a Napolitano, d’altro canto, anche la Commissione europea aveva espresso il proprio parere: “L’Italia – aveva scritto in una nota – dovrebbe varare la riforma del lavoro rivedendo alcuni aspetti della legge sulla protezione dell’impiego e il suo frammentato sistema di sussidi alla disoccupazione” e comunque il testo approvato dal governo “ha l’ambizione di affrontare le rigidità della protezione del lavoro”.

Camusso: “Monti guardi con attenzione agli scioperi”. Ma a Monti che ostenta sicurezza e interpreta a suo favore il comune sentire degli italiani, risponde il segretario dal Cgil Susanna Camusso: “Penso che il presidente Monti debba guardare con maggiore attenzione agli scioperi e alle mobilitazioni che si stanno susseguendo” sostiene. Proteste che dimostrano quanto “non sia disponibile ad avere una riforma che permette licenziamenti facili, discriminatori, delle persone più deboli”. “Monti – continua – dovrebbe sapere che una cosa è dire che la necessità della riforma è condivisa, un’altra è dire che questo Paese vuole i licenziamenti facili”. L’auspicio della Camusso è che il Parlamento approvi “una riforma del mercato del lavoro che incontri il consenso dei lavoratori”.

Una manifestazione nazionale, peraltro unitaria, è già stata decisa a Roma contro la riforma delle pensioni. Resta in piedi, inoltre, la questione degli “esodati”, sulla quale Luigi Angeletti non cede un solo centimetro: “E’ inaccettabile ed ingiusto – insiste il segretario della Uil – che vi siano centinaia di migliaia di persone che non hanno più il lavoro e che a causa dei nuovi provvedimenti previdenziali non possono ancora fruire della loro pensione. Queste persone hanno fatto una scelta fidandosi delle regole esistenti. Un qualunque Governo decente deve garantire la validità di patti precedentemente sottoscritti. Si pone un problema di credibilità. Noi lo sollecitiamo ad onorare impegni che lo Stato si è assunto nei confronti di tanti suoi cittadini”. La Uil ha anche deciso di scioperare per 4 ore contro la riforma dell’articolo 18.

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