Una ventina di militanti del movimento No Tav, legati al centro sociale “Il cantiere”, hanno fatto irruzione nel pomeriggio a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, per protestare contro la visita prevista oggi del procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli. Il gruppo ha così prima esposto nel cortile interno del municipio uno striscione contro l’Anpi, promotore dell’incontro, per poi occupare un salone dell’edificio, la sala Alessi. Il locale è stato poi sgomberato definitivamente dalle forze dell’ordine, dopo alcuni tentativi di mediazione andati a vuoto.

L’incontro con il magistrato è fissato alle 18: tra gli altri invitati Umberto Ambrosoli, il presidente nazionale dell’Anpi Carlo Smuraglia e a Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia. A febbraio Caselli aveva annullato due incontri a Milano e a Cormano per le proteste annunciate dagli stessi attivisti contrari alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità in Val di Susa. Oggi lo stesso procuratore ha in programma un altro incontro pubblico a Cormano per la presentazione del suo libro “Assalto alla giustizia”.

I No Tav hanno superato i due vigili urbani che stavano effettuando il servizio di sorveglianza all’ingresso: durante l’irruzione uno degli agenti ha subito una lieve ferita alla mano. Nella sala sono arrivati sia gli agenti della questura sia un gruppo di consiglieri comunali e rappresentanti di Palazzo Marino per tentare una mediazione: il direttore generale Davide Corritore, il responsabile dei rapporti istituzionali Gianni Confalonieri, il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo e alcuni consiglieri (Mirko Mazzali e Luca Gibillini di Sel, Andrea Fanzago del Pd e Alessandro Morelli della Lega Nord). Rizzo, in particolare, ha garantito che avrebbero potuto prendere parola all’incontro delle 18, ma i militanti del centro sociale hanno risposto di no, finché ci sarà il carcere preventivo.

Nel cortile interno sono rimasti altri dieci attivisti con bandiere No Tav che lanciano slogan con il megafono. Tra questi: “Tutti liberi”. I manifestanti hanno affisso anche uno striscione: “Non usate la memoria dei vecchi partigiani contro i partigiani di oggi. Da che parte fischia il vento”. Il riferimento è agli arresti disposti dalla Procura di Torino dopo gli scontri avvenuti l’estate scorsa in Val di Susa.

La protesta è durata circa due ore, finché i manifestanti sono stati trascinati e spinti all’esterno di Palazzo Marino. Gli agenti hanno prima liberato il salone e poi hanno fatto uscire anche coloro che protestavano nel cortile.

Gli attivisti, dopo essere stati trascinati fuori, hanno organizzato un sit in davanti al Comune applaudendo e belando verso i poliziotti in tenuta antisommossa schierati all’ingresso. “Ci hanno trascinato fuori – hanno urlato al megafono – per non far vedere che c’è una contraddizione in questo vento che cambia”. L’allusione, in questo caso, è al “vento” della giunta Pisapia. La manifestazione all’esterno è continuata per circa mezz’ora: i No Tav si sono poi allontanati percorrendo la galleria Vittorio Emanuele dietro lo striscione, fino alla fermata del metrò Duomo.

La prima reazione politica è stata quella del capogruppo della Lega in consiglio comunale Matteo Salvini: “Con Palazzo Marino occupato il sindaco Pisapia raccoglie quello che ha seminato, amoreggiando con no global e centri sociali”. Salvini ha chiesto di rispondere con gli “sgomberi” all’occupazione. Cosa che peraltro alla fine è avvenuta.

Un episodio che “non è accettabile” ha detto il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. “Nessuno – ha aggiunto – pensi di intimidirci con atti di violenza e sopraffazione. La libertà di espressione è alla base della nostra convivenza democratica ed è una delle fondamenta delle nostra Costituzione”. “Il libero confronto democratico e la partecipazione dei cittadini alla vita della città e al dibattito pubblico – ha concluso – sono valori irrinunciabili che difenderemo da chi cerca provocazioni e risse”.

L’irruzione, secondo il responsabile sicurezza del Pd Emanuele Fiano “è un atto squadrista”. “Il movimento No Tav – aggiunge – si conferma purtroppo animato da pulsioni che niente hanno a che fare con l’espressione democratica del dissenso ma punta piuttosto a colpire le persone in quanto simboli. Per noi il giudice Caselli è un simbolo dello Stato di diritto, paladino della lotta alla mafia e al terrorismo. Questo genere di azioni sono del tutto incompatibili con uno Stato di diritto e crediamo fortemente che essi rischino si esasperare una situazione di tensione generale già altissima e pericolosa”.

“Caselli è un uomo a cui l’Italia deve essere riconoscente e che non deve contestare – ha dichiarato Rizzo, tra i più fermi nel garantire a Caselli il diritto di intervenire. Il presidente del consiglio comunale ha definito la protesta dei militanti No Tav “legittima” perché “tutti sono liberi di parlare”. Ma ogni soluzione di trattativa (intervenire durante l’incontro delle 18 o a un altro dibattito organizzato successivamente). Il presidente della Provincia Guido Podestà ha parlato di un’azione intimidatoria di “non meglio precisati gruppi ‘No Tav’, capaci solo di imporre la propria ideologia antidemocratica e incivile”.

Il presidente dell’Anpi della Lombardia, Antonio Pizzinato, usa parole dure: questa sera sarà “lì il presidente nazionale dell’Anpi che ha 89 anni e ha fatto il partigiano quindi sono loro che si mettono contro i partigiani, che si sono battuti per un Paese democratico, con regole democratiche e senza violenza”. A chi gli chiede se considera quella di oggi violenza, Pizzinato risponde: “Nel momento in cui si vuole impedire a un magistrato di presentare il suo libro, che cos’è?”.

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