Un elenco di novecento nomi, quelli delle vittime di mafia, letto a due passi da una delle enclavi della criminalità organizzata a Milano, lo stabile di viale Montello 6. L’iniziativa è dell’associazione Libera, che nella diciassettesima Giornata della memoria e dell’impegno antimafia ha raccolto i cittadini in un presidio a sostegno di Denise Cosco, la figlia ventenne di Lea Garofalo, rapita e sciolta nell’acido dopo aver deciso di testimoniare contro i Cosco, il clan che occupa lo stabile di viale Montello. Presenti all’iniziativa anche il sindaco Giuliano Pisapia e il consigliere regionale Giulio Cavalli (Sel), che ha ricordato la mozione votata ieri al Pirellone: “La Regione si farà carico degli studi di Denise Cosco”. “È molto significativo essere qui”, ha spiegato Ilaria Ramoni di Libera, anche avvocato di Denise Cosco, “ed è importante soprattutto che ci siano molti coetanei di Denise”. Ma nonostante la sentenza sull’omicidio di Lea Garofalo si avvicini, in viale Montello 6 i Cosco ci sono ancora. Più della metà dei 126 immobili dello stabile sono ancora occupati abusivamente. “Gli sfratti ci sono stati”, spiega il presidente della Commissione antimafia del Comune David Gentili, “ora la responsabilità è del prefetto” di Franz Baraggino
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