Sono circa quaranta ore che nel mio cervello riecheggia una pubblicità che ha definito mia figlia e tutti i nostri figli diversamente abili : “bambini con una D in più”.

E pensare che io le ho chiamate con la “D” tutte e tre …

Che razza di discriminazione pietosa e cerca elemosine è questa? E non fanno che chiedere di mettere mano alle tasche di persone buone e sensibili raccontando a modo loro ciò che evidentemente non conoscono così bene.

Punto primo: siamo davvero messi così male da dover fare una raccolta nazionale di buon cuore per rendere accessibili parchi e giardini? Mi è tornato in mente quando Diletta alla scuola dell’infanzia si sentì dire da una piccola compagna che nella casetta in giardino non poteva entrarci perché la sua carrozzina non ci passava. Fu forse una delle mie prime frustrazioni.

Odiai quella casetta con tutto il cuore e mi resi conto che mia figlia non aveva diritto a nessun gioco nel parco pubblico e neanche nel giardino delle scuole pubbliche.

Notai anche che in effetti un gioco accessibile è uguale agli atri ma solo più grandi o con maggiori sistemi di sicurezza. Quindi non occorreva spendere più soldi per più giochi. Era sufficiente inserire giochi accessibili nelle nuove aree. Dieci anni sono trascorsi e continuano a mettere giochi per alcuni bambini, inaccessibili a molti altri.

I bambini vogliono volare in mongolfiera? solo quelli con la D e quelli con la A. B. C … e Z ? loro li lasciamo a terra?

E i bambini con la D, ben catalogati da chi li vuole chiudere nell’oasi di sorrisi, quando avranno anche il diritto di muoversi nell’esercizio della libertà individuale?

Ma insomma! Andiamo in aereo e dobbiamo impiegare ore a speigare misure e necessità di carrozzina, andiamo in hotel e dobbiamo fare gli architetti per spiegare e valutare le planimetrie e gli ascensori.

Andiamo al mare e dobbiamo fare i muli sulla sabbia rovente e poi trasformarci in Hulk per regalare un banalissimo bagno ai nostri figli/D , pagare perché la spiaggia libera è libera solo senza D.

Potrei continuare fino a compilare una vera enciclopedia delle D.

E basta! Basta! Non se ne può più. Che si impegnino per applicare i conenuti della nostra Costituzione. Applicando solo quelli come si dovrebbe non avrebbero motivo di esistere le altri mille leggi e leggine che arriscono avvocati, intasano Tribunali, impoveriscono famiglie in ginocchio e come risultato aumentno la discriminazione.

Mi chiedo perché è così difficile parlare di bambini tutti diversi tra loro e ognuno con le proprie necessità. Creare un range delle necessità e a monte prevedere che si ricomprenda all’interno la necessità del gruppo integrato da qualunque tipo di bambino . Con o senza D.

PERCHÉ NO

di Marco Travaglio e Silvia Truzzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Messico: l’omofobia si combatte anche sul bus

next
Articolo Successivo

Amnesty dedica una piazza di Roma alla Primavera araba

next