C’era una volta chi era convinto che l’Europa potesse rimanere, o diventare, leader mondiale nelle politiche e nelle tecnologie ambientali. C’era anche chi provava orgoglio e piacere nel vedere progredire un progetto in grado di accomunare popoli anche profondamente diversi fra loro.

C’erano politici spesso sconosciuti, sì, ma capaci di opporsi a fenomeni come gli Ogm, quelli che dovrebbero salvare il mondo dalla fame (la stessa promessa fatta decenni fa dalla “Rivoluzione verde”).

C’era poi chi, ingenuamente, pensava che l’Europa fosse veramente più virtuosa e coerente degli altri giganti globali, soprattutto nell’approccio con l’ambiente.

C’era anche chi, però, sapeva già che l’Unione europea sarebbe diventata una mega-macchina in grado di dare i suoi cittadini in pasto alla finanza. Ed erano coloro che ora giustificano la costruzione di opere inutili e devastanti, o lo sfruttamento indiscriminato di risorse preziose ed esauribili. E che, nel migliore dei casi, oggi si riempiono la bocca di espressioni vuote o contraddizioni in termini come “crescita verde” o “sviluppo sostenibile”.

Che delusione questa Europa di politicanti, banchieri, burocrati e fantocci!

Chissà se gli europei, al di là delle loro crisi private, riusciranno ad andare oltre e fare del vecchio continente un buon esempio per un mondo ormai in balia di se stesso.

di Andrea Bertaglio

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