Due romeni di  20 e 31 anni sono stati arrestati dai carabinieri per le due violente rapine avvenute durante le ultime settimane nel Perugino: durante la prima, a inizio febbraio, fu anche violentata una sudamericana, madre della compagna del padre di casa; la seconda, ad inizio marzo, terminò tragicamente, con l’assassinio di un bancario di 38 anni, Luca Rosi. “Sono stati presi i presunti co-autori delle rapine in villa alla periferia di Perugia e dell’omicidio di Luca Rosi” ha confermato il comandante provinciale dell’Arma di Perugia, Angelo Cuneo. Gli investigatori hanno anche reso noto che un terzo uomo risulta ricercato.

Nei giorni scorsi i carabinieri avevano fermato un altro romeno, ritenuto il basista del primo colpo. I due presunti rapinatori sono stati bloccati a Gorizia, mentre si trovavano a bordo di un autobus: stavano tornando in Italia dopo un periodo trascorso probabilmente in Romania. Dopo averli individuati, i carabinieri li hanno monitorati a lungo fino al fermo. Ai due vengono contestati i reati di concorso in rapina, sequestro di persona, violenza sessuale e omicidio.

Il comandante Cuneo si è recato stamani dai familiari di Rosi. Nelle indagini dei carabinieri è stato ipotizzato un eventuale collegamento tra la prima rapina in villa a Resina e il colpo in cui è stato ucciso Rosi. “Mai un tempo così ristretto era stato necessario per risolvere un caso di questa violenza ed efferatezza – ha dichiarato Cuneo – Lo Stato ha fatto sentire in questi giorni tutta la propria vicinanza alla famiglia di Luca, e stamani il pubblico ministero ci ha chiesto di informarli per primi degli ultimi sviluppi. Stanno vivendo questa tragedia con grande dignità, ma il loro dolore per la perdita di Luca è fortissimo”.

“Sono bestie che andrebbero assicurate alla giustizia in ambienti adatti alle bestie e non alle persone” ha detto Bruno Rosi, padre di Luca. . “La notizia non ci rende soddisfatti – ha aggiunto – perché il dolore ha il sopravvento su tutto. Però almeno non faranno altro male. Sono stati efficaci. La giustizia deve essere molto dura. Vorrei comunicare l’arresto a mio figlio e dirgli: stai tranquillo, queste persone sconteranno per le cose atroci che hanno fatto”.

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