Francesco Rutelli replica duramente all’Espresso per l’articolo, nel numero in edicola domani, che documenta il versamento di 866 mila euro da parte del tesoriere della Margherita Luigi Lusi, attualmente indagato a Roma per appropriazione indebita, al Centro per un futuro sostenibile (Cfs), fondazione che fa capo all’Api, il partito centrista fondato e presieduto da Rutelli. Nel comunicato diffuso dal suo ufficio stampa, l’ex sindaco di Roma conferma che il Cfs ha ottenuto denaro della Margherita da Lusi, anzi, aggiuge altre iniziative a lui riconducibili che sono state beneficiate da quei fondi: “il Centro di formazione politica di Milano,l’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli)”. Ma, si legge nella nota, i fondi sono stati erogati “nel pieno rispetto delle regole e delle previsioni statutarie” della Margherita. Rutelli indica poi nello stesso Lusi la fonte delle notizie riportate dall’Espresso, e accusa il settimanale di essersi reso strumento di “depistaggio” delle indagini della magistratura in corso. Il presidente della disciolta Margherita, infine, annuncia azioni legali verso l’Espresso e le altre testate che dovessero riprendere le notizie.

Il testo integrale del comunicato di Francesco Rutelli

“Le informazioni, quelle vere e quelle false sono state certamente fornite dall’ex tesoriere Lusi, come parte della sua azione di inquinamento del procedimento penale in corso contro di lui, già sanzionata dagli inquirenti della Procura della Repubblica di Roma, che hanno definito i precedenti articoli ‘assai verosimilmente ispirati dallo stesso indagato’; ‘segnali preoccupantì, poiché contengono ‘circostanze che non emergono dagli atti e dai documenti acquisiti al fascicolo processuale e che, qualora veritiere, sarebbero probabilmente note al solo Lusi’.

Proprio tali attività hanno ‘reso necessario procedere senza indugi al sequestro’, lo scorso 8 marzo, di ulteriori beni di Lusi e dei suoi familiari indagati. Per lo stesso motivo i magistrati hanno acquisito al processo la registrazione dell’intervista di Lusi alla trasmissione Servizio Pubblico. Dunque, l’Espresso sapeva di rendersi strumento di una condotta di inquinamento e depistaggio dell’indagine e del tentativo – vano – di intimidazione delle persone offese.

L’accusa esplicita a Rutelli è assolutamente ridicola. Egli è stato per dieci anni il leader del Partito – e tuttora è responsabile, in base allo Statuto, della rappresentanza politica e dell’attività dell’organizzazione. E’ stato Rutelli colui che ha portato un incessante impegno anche per la trasparente acquisizione delle risorse della Margherita, attraverso le campagne elettorali e l’autofinanziamento. Rutelli non ha avuto personalmente neppure un centesimo dalla Margherita: ha svolto il suo incarico a titolo assolutamente gratuito.

E’ bene, anzi, rivendicare uno stile che forse non ha in Italia molti riscontri: Rutelli è leader dell’ApI, e non riceve un centesimo (nell’ultimo anno, ha anzi versato quasi 50.000 euro di contributi al suo movimento). E’ capogruppo al Senato, e ha scelto di non avere alcuna indennità per questo impegno istituzionale. Lo stesso vale per le altre attività, di puro volontariato politico: la co-Presidenza del Partito Democratico Europeo e il ruolo di consigliere comunale a Roma (dove non riscuote neppure un gettone di presenza).

Il titolo dell’Espresso (‘Da Lusi 866mila euro a Rutelli’) è puramente e semplicemente un falso, e come tale sarà perseguito. Nel pieno rispetto delle regole e delle previsioni statutarie il tesoriere della Margherita ha disposto il finanziamento di centinaia di iniziative. Tra queste, nell’arco di dieci anni, iniziative politico-culturali di alto valore che stavano e stanno molto a cuore a Rutelli, quali il Centro di Formazione Politica di Milano, il Centro per un Futuro Sostenibile, l’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di liberazione in Italia (Insmli).

E’ arduo sostenere che tali iniziative meritino biasimo, anziché apprezzamento. In particolare, il Cfs, nato per iniziativa di Rutelli nel 1989, si occupa di ambiente, vi partecipano politici di ogni schieramento politico e scienziati di qualità, e sarebbe il colmo se venisse presentato quasi fosse un’attività collegata alle malefatte del Lusi! Anche in questo caso, Rutelli non ha mai riscosso un centesimo per il suo impegno dal 1989 ad oggi; al contrario, contribuisce economicamente alle attività (nel 2012, ha finora versato un contributo personale di 2.500 euro).

Lo stesso spirito di volontariato vale per tutti gli altri promotori (salvo, ovviamente, per il piccolo staff). E’ straordinariamente falso che Rutelli sia accusato di aver ricevuto soldi da una Fondazione cui invece contribuisce con la sua attività di volontariato. E’ invece gravissima l’accusa implicita, l’allusione ripetuta in tutto l’articolo dell’Espresso: che l’attività di iniziativa e volontariato politico di Rutelli sia in realtà finanziamento occulto all’ApI: ‘i soldi alla fondazione del leader dell’ApI proprio quando l’ex sindaco di Roma aveva appena lasciato il Pd per fondare il suo nuovo partito’. Si tratta di un accostamento inqualificabile, incluse le malizie sugli uffici, condivisi con l’Alliance of democrats, con cui il Centro ha indetto molti impegni pubblici da anni a questa parte, italiani ed internazionali, con la partecipazione di capi di stato, leader politici, scienziati e associazioni di prestigio internazionale.

Per questa serie di motivi, e tutti gli altri che saranno rinvenuti dagli avvocati difensori di Rutelli – Titta Madia e Vincenzo Zeno Zencovich – l’Espresso (che ha ricevuto e riceve molti fondi pubblici), e quanti riportassero tali diffamazioni, saranno chiamati a rispondere in giudizio”.

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