Forse agli autori di Star Trek sembrava una delle tecnologie più difficili da realizzare in un futuro prossimo: ecco perché il traduttore universale è presente in tutte le stagioni del telefilm come invenzione immaginabile soltanto dalla fantascienza per parlare con gli alieni. In effetti, se si pensa che la prima serie è datata 1966 (ma era ambientata alla fine del 22esimo secolo), non c’è voluto troppo tempo perché un sistema di riconoscimento vocale in grado di tradurre testi in ogni lingua conosciuta diventasse realtà.

Quel momento è infatti arrivato con Universal Translator Hub, l’ultima “creatura” di Microsoft e, anche se non ci servirà per comunicare con gli extraterrestri, ha tutte le premesse per creare una vera e propria “rivoluzione” sociale. Il software che l’azienda di Bill Gates ha ideato consente infatti di tradurre testi in – per ora – 26 lingue a partire dall’inglese, generando in tempo reale un output che ha la voce (tradotta) dell’utilizzatore.

Creato da Frank Soong, ricercatore e manager dello Speech Group di Microsoft, e Rick Rashid, capo dell’Ufficio ricerche e strategie, insieme all’area Ricerca di Pechino, il software è stato presentato al TechFest 2012 nel campus di Redmond, sede della società, e utilizza un sistema “Text-to-speech”. Soong ha tra l’altro tenuto a precisare che l’idea è nata dalla necessità del direttore generale di Microsoft Research Asia, Craig Mundie, di esprimersi in cinese mandarino. Tant’è che, all’apertura di una delle presentazioni, il pubblico è stato raggiunto dalla voce di Mundie che diceva: “With the help of this system, now I can speak Mandarin”, ripetuta, naturalmente, anche in mandarino.

Una volta addestrato con le peculiarità della propria voce – operazione che dura più o meno un’ora – il programma è in grado di trasformare qualunque espressione verbale anche in lingue complesse e l’idea è quella di coprire gran parte dei 7mila idiomi del mondo, superando la concorrenza più agguerrita che si limita a circa un centinaio.

Al momento si tratta di una versione demo (sul web è disponibile qualche test, anche se la voce appare ancora un po’ meccanica) ma i ricercatori di Microsoft assicurano che la progettazione è già in fase avanzata. L’obiettivo è quello di includere nel sistema anche i dialetti, gli slang, le diverse intonazioni e persino le indecisioni tipiche del linguaggio parlato.

L’impatto del software riguarderà diverse sfere dell’attività umana: dalla agevolazione del business tra paesi dal diverso idioma (specie per questioni di carattere tecnico), all’ausilio offerto agli studenti di lingue fino alla semplificazione della vita del turista, spesso in difficoltà nelle località straniere.

Inoltre, e questo forse il capitano Kirk non poteva immaginarlo, il software Microsoft supporterà un’animazione 3D con il volto dell’utente, che parla e si muove durante l’uso. L’implementazione in dispositivi portatili – il Translator Hub potrà essere integrato negli smartphone – era invece una ovvietà, sull’Enterprise.

di Chiara Di Martino

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