Jimmy Wales

La notizia non poteva che arrivare da un social network come Twitter. Domenica sera, Tim Kelsey, direttore esecutivo del governo inglese per la trasparenza e l’open data ha rilasciato un tweet: e così si è subito scoperto che ora il governo di coalizione fra conservatori e liberaldemocratici si metterà nelle mani del cofondatore di Wikipedia Jimmy Wales. L’imprenditore americano, 45 anni, farà da consulente, non retribuito e senza una scadenza temporale, per tutte le questioni che riguardano l’accesso alle informazioni, la comunicazione delle decisioni del governo e la partecipazione dei cittadini. Dal sesto sito più visitato al mondo ai palazzi del potere, quindi. Se 400 milioni di persone, ogni mese, credono nella filosofia di Wikipedia – e proprio con un filosofo, Larry Sanger, Wales ha fondato l’enciclopedia libera nel 2001 – ora milioni di cittadini britannici potranno seguire le politiche di Cameron rese pubbliche grazie al suo principale esponente, salito agli onori delle cronache, all’inizio di quest’anno, per aver deciso il blocco temporaneo del sito in risposta alle leggi americane su copyright e pirateria.

Ancora non si conoscono i dettagli della collaborazione di Wales, ma si sa che l’americano – recentemente trapiantato a Londra per seguire la fidanzata Kate Garvey, già consulente di Tony Blair e ora manager in una società di pubbliche relazioni, Freud Communications – parteciperà alle riunioni del ‘cabinet’, il governo, già a fine aprile. I primi risultati delle sue idee dovrebbero vedersi già fra maggio e giugno, quando la coalizione presenterà i punti programmatici per il 2013. Obiettivo dichiarato di Downing Street – e cioè del primo ministro – è trasformare le comunicazioni governative da statiche a dinamiche e partecipative. Dal PDF insomma – ora molto usato nei siti delle amministrazioni pubbliche inglesi – a qualcosa di molto simile a Wikipedia, dove chiunque può contribuire. E, si spera, a qualcosa dove chiunque potrà commentare, dare un feedback, indirizzare.

Wales è anche molto amico di Rohan Silva, responsabile per il governo Cameron di tutte le questioni legate al digitale. Silva, nel 2011, è stato promotore della campagna per lanciare la “Tech City” di Londra est. Così, in pochi mesi, nell’area di Old Street, sono nate o si sono trasferite decine di aziende dell’informatica e dei servizi online. I giornali inglesi hanno titolato: “Ecco la Silicon Valley londinese”. Con un ritorno di immagine enorme per Cameron e i suoi aiutanti. I quali, proprio in questi giorni, stanno rivoluzionando anche la presenza su Internet del governo. Presto sarà attivo il sito www.gov.uk – per ora solo in versione Beta – un portale unico che raccoglierà i contenuti di diverse decine, se non centinaia, di siti governativi diversi. Il risparmio previsto è di 50 milioni di sterline all’anno e la comunicazione, al contempo, sarà più efficace.

La coalizione guidata da Cameron ha pure lanciato, con grande successo, un sito per le petizioni online. Tramite il sito si possono scegliere e promuovere gli argomenti che poi verranno discussi alla House of Commons, la camera bassa del parlamento inglese. E il successo è stato tale che, nei primi cento giorni di vita del sito, ben 18 persone al minuto hanno firmato per una qualche petizione sul sito. Gran parte delle proposte sono risultate poi inutili o inefficaci o su argomenti sui quali il governo non ha potere. Talvolta erano addirittura diffamatorie, secondo le rigide leggi inglesi in materia. Ma, intanto, il flusso di comunicazione fra i cittadini britannici e il governo inglese è iniziato. E pare inarrestabile.

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