La Lega va da sola alle amministrative e in tutta la Padania, da Cuneo a Gorizia, il prossimo appuntamento con le urne per il centrodestra potrebbe trasformarsi in un autentico bagno di sangue. Numeri alla mano il Carroccio e il Pdl rischiano infatti di perdere molte delle amministrazioni importanti che da anni guidano in tandem, a meno che l’operazione della corsa solitaria non preveda un riavvicinamento tattico in caso di ballottaggio. Con il centrodestra diviso, il secondo turno sembra infatti scontato in molte realtà maggiori.

Sono 402 i comuni del centro nord in cui la Lega potrebbe presentarsi con un proprio candidato, 334 hanno meno di 15 mila abitanti, mentre sono 68 le amministrazioni al rinnovo che contano più di 15 mila anime e in molti casi la Lega ha scelto di presentare un parlamentare. La soglia dei 15 mila residenti è importante in via Bellerio perché Umberto Bossi e la segreteria federale hanno dato la possibilità, in questi comuni, di potersi alleare a eventuali liste civiche.

In Lombardia tra le 122 amministrazioni al rinnovo, 22 sono quelle guidate attualmente dal Carroccio, mentre sono 23 quelle con più di 15 mila abitanti. Tra queste ci sono città del calibro di Monza e Como, ma anche altri centri di rilievo come Cantù, Erba, Legnano o la città natale del Senatùr, Cassano Magnago.

A Como si esce da un’esperienza di governo cittadino di centrodestra molto travagliata. Nella città lariana le candidature dei partiti principali sono già state ufficializzate da qualche settimana e la Lega punta tutto su Alberto Mascetti, un uomo di partito fuori dai giochi dell’ultima amministrazione. Il Pdl comasco ha commissionato anche un sondaggio (Euromedia Research) che ha dato vincente il candidato del centro sinistra Mario Lucini (al 37,6%), seguito dalla candidata azzurra Laura Bordoli (al 32%) mentre al leghista Mascetti sono andati solo un 13,6% delle preferenze. Un esito che, se dovesse essere confermato il prossimo 6 e 7 maggio, avrebbe una portata storica. Nel 2007 aveva vinto Stefano Bruni con il 56,2%, il partito più votato era stato Forza Italia (31,9%) seguito da An (11,5%), la Lega aveva ottenuto solo il 10,8%. Alle politiche del 2008 il Pdl a Como aveva raccolto il 35% dei voti, contro il 19,3% della Lega. Insomma, lo scenario prospettato dal sondaggio potrebbe non essere tanto lontano dalla realtà.

A Cantù è stata ufficializzata la scorsa settimana la candidatura del deputato leghista Nicola Molteni, trentaseienne avvocato, che correrà da solo contro il candidato del Pdl Attilio Marcantonio, farmacista, presidente di Federfarma Como oltre che vicepresidente di quella lombarda. Nel 2007 aveva vinto il centro destra con Tiziana Sala, a lei è servito il turno di ballottaggio per portarsi a casa il 53% delle preferenze. Qui la scorsa tornata elettorale il partito più votato era stato Forza Italia, con il 26,1%, la Lega si è fermata al 14,6%. Alle politiche del 2008 il Pdl aveva preso il 35,1 mentre la Lega aveva portato a casa il 26%. Inutile dire come Molteni sia un personaggio conosciuto e che voglia fare bella figura: “La prima cosa che farò in caso di vittoria – ha annunciato Molteni – sarà dimettermi dalla carica di deputato. Scelgo Cantù rispetto a Roma”.

A Erba la Lega potrebbe far correre un’altra deputata. Da qualche giorno circola il nome di Erica Rivolta, che dovrebbe vedersela con il sindaco uscente Marcella Tili, candidata dal Pdl, un’autentica macchina da guerra che alle elezioni del 2007 aveva vinto con il 63,1% dei voti, sostenuta da un risultato strabiliante di Forza Italia (40,6%), mentre la Lega Nord allora prese appena il 9,9%. I dati delle politiche del 2008 danno un quadro diverso: 34,4 per il Pdl e 25,5% per la Lega. Da queste parti la statistica dice che il Pdl potrebbe anche farcela senza il sostegno della Lega.

In territorio lombardo Monza è decisamente la piazza più importante in vista delle prossime elezioni. Qui il candidato leghista è il sindaco uscente Marco Mariani, che cinque anni fa vinse con il 53,5% dei voti, sostenuto da un’ampia coalizione di centro destra che includeva Forza Italia (29,1%), Lega (8,7%), An (7,4%), Udc (3,4%) e altre otto liste minori. Il Pdl non ha ancora sciolto le riserve, sperando forse in una marcia indietro dell’ultima ora. In ogni caso il clima è frizzantissimo e hanno già annunciato la loro candidatura Anna Martinetti (Api e Udc), Anna Maria Mancuso per Fli e Ilona Staller, alias Cicciolina, che correrà con la sua lista Democrazia Natura Amore.

Restando in provincia di Monza e Brianza, a Lissone la Lega Nord punta al quinto mandato consecutivo candidando Daniela Ronchi, moglie del deputato Fabio Meroni, che in passato era già stato sindaco in città. Le elezioni del 2007 vennero vinte da Ambrogio Fossati a capo di una coalizione di centro destra (Forza Italia al 30,7%, Lega Nord al 16,8%, An al 6,4% e Udc al 4,7%). I numeri dicono che per i partiti di centro destra la gara sarà tutta in salita. A Legnano, la città del Carroccio, il candidato della Lega Nord sarà Giambattista Fratus, attuale vicesindaco, che si è detto consapevole di avere di fronte una sfida difficile (la Lega parte dall’11,7% delle passate amministrative). Si vota anche a Crema, dove la Lega candida il deputato Alberto Torazzi che correrà contro Antonio Agazzi, attuale presidente del consiglio comunale in quota Pdl e la candidata del Pd Stefania Bonaldi. Al contrario di quanto sta avvenendo altrove, in terra cremasca sembrano trovare un riscontro le frizioni che stanno segnando il rapporto tra Lega e Pdl a livello nazionale e si esclude quindi un riavvicinamento tra le parti in fase di ballottaggio. In coalizione nel 2007 la lega si era fermata al 7,4%.

In Piemonte si vota ad Alessandria, Asti e Cuneo. Tra le realtà con più di 15 mila abitanti Vanno al rinnovo anche Acqui Terme, Mondovì, Borgomanero, Castello Torinese, Grugliasco, Rivalta di Torino e Omegna. Proprio ad Acqui Terme, nel 2007, la Lega anticipò i tempi, presentandosi separata dal resto del centro destra. Il candidato Bernardino Dino Bosio arrivò al 21,1%, ma di certo non grazie ai voti della Lega (4,6%), quanto a quelli della sua lista civica che ottenne il 15,1%. A vincere fu il candidato di Forza Italia Danilo Rapetti, sostenuto da tutto il centro destra. Lo scenario chiaramente non è più lo stesso, ma qui la Lega solitaria ha già dimostrato di non saper vincere.

Ad Alessandria il candidato leghista è Roberto Sarti, incoronato da Roberto Maroni. Attuale capogruppo in consiglio comunale dovrà correre contro il sindaco uscente Piercarlo Fabbio, eletto nel 2007 da una coalizione che comprendeva tutto il centro destra: Forza Italia (27,9%), An (11,9%), Lega (11%), lista civica (4,3%) e Udc (al 3,9%). Anche in questo caso l’ago della bilancia pende verso il candidato del Pdl, che con ogni probabilità andrà al ballottaggio contro il centrosinistra e, a quel punto, la Lega potrebbe far pesare il proprio sostegno. Per il Carroccio sarà una partita dura anche ad Asti, dove scenderà in campo con Pier Franco Verrua, attuale assessore ai servizi sociali. Qui il Carroccio parte da un poco confortante 3,1% (10,2 alle politiche del 2008). A Cuneo attualmente governa il centrosinistra e la corsa in solitaria del partito di Bossi (che parte dal 5,2% del 2007) certo non favorirà il recupero.

In Veneto si vota in 85 comuni, 12 quelli sopra ai 15 mila abitanti. Oltre alla super sfida di Verona, la Lega si giocherà il tutto per tutto anche a Belluno, Feltre, Cittadella, Vigonza, Conegliano, Iesolo, Mira, Mirano, Thiene, Cerea e San Giovanni Lupatoto. A Verona le passate elezioni sono state vinte da Flavio Tosi con il 60,7% dei consensi. Già nel 2007 il sindaco super star aveva fatto la differenza grazie alla sua lista civica personale (16,4%) più che con i voti dei singoli partiti: Forza Italia aveva preso il 15,1%, An il 13%, la Lega il 12%, l’Udc il 4,6%. Bastano questi dati per prevedere che, nonostante le bizze di Bossi, la lista civica di Tosi dovrà essere presentata se il Carroccio vuole puntare a mantenere il controllo della città scaligera.

A Cittadella la Lega aveva già vinto senza il Pdl, ma ci era riuscita grazie ad un candidato forte come il deputato leghista Massimo Bitonci, che è al termine del suo secondo mandato. Nel 2007 Bitonci era stato eletto grazie ai voti della Lega (18,8%) e ad una cordata di liste civiche, ben tre, che lo portarono a vincere al primo turno. Contro di lui Forza Italia arrivò appena al 10,5%.

A Feltre la Lega si presenta con Gilberto Signoretti, ex assessore della prima giunta retta da Gianvittore Vaccari, il sindaco-senatore che termina quest’anno il suo secondo mandato. Vaccari era stato sostenuto da una coalizione composta da Forza Italia (24,6%), Lega Nord (17,6%), lista civica (8,6%), Udc (6%) e An (3,9%). Per affrontare la sfida al meglio Signoretti sarà sostenuto dalla lista con il simbolo di partito e da una civica composta da non tesserati.

A Belluno il candidato della Lega è Leonardo Colle, che ha ottenuto l’imprimatur di Giampaolo Gobbo proprio alcuni giorni fa. Si tratta dell’attuale vicesindaco della città veneta, che dovrà vedersela con il sindaco uscente Bruno Prade (Pdl), eletto nel 2007 con il 53,6% delle preferenze da una coalizione che comprendeva Forza Italia (25,8%), An (6,6%), Udc (3,9), due civiche e la Lega Nord, che si era fermata al 7,5% (20,1% alle politiche del 2008).

In Emilia Romagna si vota a Parma e Piacenza. In Friuli si vota a Gorizia mentre in Liguria c’è l’altro big match di questa tornata elettorale: Genova, dove la Lega Nord schiera Edoardo Rixi, capogruppo leghista in regione che sarà sostenuto anche dalla lista civica “La nostra Genova”. Rixi dovrà vedersela con il candidato del centro sinistra Marco Doria e Pier Luigi Vinai, l’indipendente candidato per il Pdl. Per il resto sono da seguire La Spezia, Rapallo, Chiavari e Ventimiglia.

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