Michael Mobbs

Potrebbe diventare il primo quartiere sostenibile al mondo. Parliamo di Chippendale, nel Sud-Ovest di Sydney, zona di artisti, architetti e creativi della televisione, un misto di loft e tipiche casette monofamiliari a due piani in stile inglese. Il progetto di sviluppo c’è, il sindaco Clover Moore ha dato l’iniziale appoggio all’iniziativa. Sono persino venute due delegazioni dalla Cina per studiare l’idea.

Tutto è partito da Michael Mobbs, il visionario che ha dato vita all’iniziativa per caso, 16 anni fa, ristrutturando la propria casa e rendendola del tutto autonoma dai servizi del Comune. Oggi la sua terrace house, al 58 di Myrtle street, è diventata un simbolo di reponsabilità ambientale e, in qualche modo, di protesta verso i politici che non prendono iniziative concrete per l’ambiente. Da fuori, la casetta gialla con il gelsomino che si arrampica fino al balcone in ghisa, sembra identica alle altre. Di fatto, è l’unica casa australiana (in area urbana) ad essere totalmente autonoma dai servizi municipali.

“Ho l’acqua attraverso la raccolta pluviale, l’energia elettrica dai pannelli solari, e la fognatura ha un sistema di riciclaggio del 70 per cento. Il restante 30 per cento viene purificato con raggi ultravioletti e filtri, e poi disperso attraverso il giardino. Ho speso 48mila dollari per renderla autosufficiente e sostenibile. Oggi lo stesso risultato riesco ad ottenerlo con 20mila” ha spiegato Mobbs al fattoquotidiano.it.

L’idea di Mobbs, adesso, è di applicare la stessa tecnologia a tutto Chippendale. “Il progetto per trasformare i duemila immobili, tra case e lotf, c’è. L’anno scorso sono arrivate due delegazioni dalla Cina per studiare la fattibilità del progetto. La prima veniva da Hangzou, una città costiera di 8 milioni di abitanti, la seconda era di funzionari di Pechino. Ad entrambi ho regalato i disegni del progetto, hanno detto che vorrebbero sperimentare qualcosa di simile nei quartieri che stanno costruendo” ha detto Mobbs.

Il sindaco di Sydney Centro, l’indipendente Clover Moore, è affascinata dall’iniziativa di Chippendale. E al fattoquotidiano.it ha detto: “E’ meraviglioso avere una comunità così appassionata a questioni di sostenibilità ambientale. Abbiamo organizzato vari workshop con i residenti per progettare questo villaggio sostenibile. Il risultato di questi incontri formerà una mostra che inaugurerà nei prossimi mesi. Chippendale potrebbe diventare un modello per altre comunità”.

Intanto la gente sta trasformando le strade. Sono stati piantati 200 alberi da frutto, installati sistemi di compostaggio comuni e vasche per la coltivazione di verdura. Il sogno sarebbe di autoprodurre il 40-50 per cento del cibo necessario ai 4mila residenti. Attraverso giardini pensili, vasche per l’allevamento dei pesci, galline ovaiole nei giardini (Mobbs ne ha quattro). Anche gli artisti sono scesi in campo. Louise Fowler-Smith, per esempio, ha lavorato a installazioni per richiamare l’attenzione sull’importanza degli alberi e sul riciclaggio dei materiali.

Aspettando che il progetto di Chippendale prenda il via, Mobbs pensa già alla prossima sfida: abbassare la temperatura delle città. Naturalmente, ha già un piano in tasca: “Cambierò il colore delle strade, rendendolo più chiaro: un sistema facilissimo che, da solo, permetterebbe di abbassare la temperatura della città di un grado. Quanto basta per diminuire l’aria condizionata, alleggerendo la necesità di produrre energia“. Primo test nello stato del Vittoria, tra un paio di mesi.

Articolo Precedente

L’efficienza può vincere
la Povertà Energetica

next
Articolo Successivo

L’acqua buona

next