L’eredità di Tangentopoli, secondo Paolo Mieli e Marco Travaglio, è un sistema politico che continua ad essere inefficiente e corrotto. Di fronte al pubblico dell’auditorium di Roma i due giornalisti hanno raccontato Mani Pulite, suggerendo interpretazioni differenti della vicenda che ha sconvolto la politica italiana all’inizio degli anni novanta. Ma entrambi sono giunti alla stessa conclusione: la musica non è cambiata. “Ad un certo punto era passata l’idea che non fosse la classe politica ad essere corrotta, ma che si trattasse di uno scontro tra poteri dello Stato” ha concluso Travaglio, “ma ora, dopo i sacrifici imposti dalle ultime manovre economiche, gli italiani sperano che i ladri vengano presi: si sono stufati di pagare il conto di tasca propria”.
Di Tommaso Rodano
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