La movida romagnola dell’otto marzo finisce nel mirino della Guardia di finanza. Le fiamme gialle hanno infatti scelto la notte della festa della donna per controllare a tappeto bar, ristoranti, locali e discoteche della zona compresa tra Rimini, Riccione, Misano Adriatico e Bellaria. E qui hanno scoperto che, tra una mimosa e un cocktail, diversi esercenti si erano dimenticati di fare scontrini e ricevute fiscali o, addirittura, di regolarizzare i propri dipendenti.

Oltre alla Guardia di Finanza, nella stessa notte anche l’Agenzia delle Entrate, l’Inps, l’Inail e la Polizia municipale hanno spedito i propri uomini, impegnando 50 tra agenti e funzionari, in un maxi-blitz contro l’evasione, sullo stile di quello fatto a Cortina un paio di mesi fa. Se si guarda al lavoro sommerso, in venti esercizi passati al setaccio sono state trovate 13 persone “completamente in nero”, senza contratto e busta paga. E altre 7 invece irregolari, quindi impiegate in orari differenti da quelli dichiarati sul contratto, o con altri compiti rispetto a quelli previsti. La Finanza è stata poi costretta a chiudere un locale, sospendendo la licenza del gestore, perché il numero dei lavoratori non a norma era superiore al 20% del numero di quelli regolarmente assunti.

I finanzieri hanno inoltre messo i sigilli a un grosso locale di Rimini, allestito abusivamente. Si tratta di “un’area di somministrazione di alimenti e bevande molto vasta, realizzata in assenza di permesso di costruire e già interdetta da un’ordinanza del sindaco” che ora si trova sotto sequestro preventivo. Il responsabile, riferisce ancora la Finanza, era già stato denunciato per diversi illeciti di “natura penale e amministrativa”.

Sembra poi che nella vita notturna della riviera romagnola, ieri tutta al femminile, parecchi gestori si siano scordati di far funzionare la cassa. In poche ore le verifiche hanno individuato 112 scontrini e ricevute fiscali mancati, nonostante ci fosse un consistente via vai di clienti. Del resto, qualche settimana fa, girando tra gli alberghi, le pizzerie e i bar riminesi quasi tutti avevano ammesso, parlando di “pura sopravvivenza”, di dimagrire le ricevute ogni tanto, di tagliare spese qua e là, e di tralasciare qualche scontrino.

E ieri gli agenti e i funzionari del fisco ne hanno avuto la conferma. Nella stessa notte l’Agenzia delle entrate ha presidiato alcuni esercizi commerciali, per quantificare l’incasso della giornata e, a sua volta, confrontarlo con quello della stessa giornata dello scorso anno. Nel caso di grossi scostamenti potranno scattare altri controlli fiscali.

Nel mirino sono finiti anche 35 auto di lusso e di grossa cilindrata, insieme ai loro proprietari, che saranno sottoposti ai cosiddetti controlli Cete, acronimo traducibile in controlli economici sul territorio, per l’accertamento del reddito. L’obiettivo, ovviamente, è verificare che alla guida Porsche e Bmw da sogno non ci fossero persone con un reddito da fame.

g.z.

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