Peccato non avere potuto infilare le sue dichiarazioni nel mio articolo. Purtroppo è stato inviato prima di ricevere il comunicato con le sue parole. Peccato davvero. Proviamo a rimediare. Sono parole imperdibili. Vanno lette, analizzate, soppesate, e commentate, le imperdibili parole del sindaco Pdl di Castellammare di Stabia Luigi Bobbio.

Ma prima partiamo dai fatti. Un bravissimo giornalista di ottima penna e ottime fonti, Giovanni Santaniello del quotidiano Metropolis, scopre che tra i tesserati del Pdl c’è la moglie di Salvatore Belviso, collaboratore di giustizia, ex reggente del clan D’Alessandro nonché imputato dell’omicidio del consigliere comunale Pd Gino Tommasino. Il delitto avvenne tre anni fa e nei mesi successivi si scoprì che tra i killer del politico stabiese, ucciso per una torbida storia non ancora chiarita fino in fondo, c’era un iscritto al Pd. Non solo: tutto il circolo cittadino dei democratici era infarcito di nomi legati alle cosche. La vergogna fu tale che la sezione venne commissariata e il Pd l’anno successivo perse le elezioni che il centrosinistra locale non aveva mai perso in 50 anni. Santaniello è lo stesso collega che tre anni prima fece lo scoop delle iscrizioni camorriste tra i piddini stabiesi. Collabora col Pd napoletano come ufficio stampa del commissario Andrea Orlando. Ma quando lavora per il giornale, di fronte a una notizia, non si ferma davanti a niente. Come è giusto che sia.

E questa è una notizia, eccome. Scoprire che la camorra stabiese potrebbe infiltrarsi anche tra gli azzurri, dopo quel che è successo nello schieramento opposto (il nome della signora Belviso non è l’unico sospetto tra le 3300 tessere staccate nella città delle Terme), è la dimostrazione tangibile che la criminalità organizzata è bipartisan e non guarda al colore dei partiti: prova a penetrare ovunque sente odore di potere e di affari, e siccome il Pdl qui, ora, è forza di governo, e si avvicina alla conta di un delicato congresso, beh, ce n’è abbastanza per scriverne, denunciare un pericolo, testimoniare un fatto.

Ed eccoci alle parole di Luigi Bobbio. Che non è un passante preso per caso per strada, ma il sindaco di una cittadina problematica con una storia di Pm antimafia alle spalle. E che invece di prendere atto di quel che è successo e dettare un commento sobrio, rigoroso e fermo, si lascia andare a commenti da ultrà da stadio. Quelli che di fronte allo stesso fallo, se è commesso dalla squadra avversaria, è rigore; mentre se è commesso dalla propria, è involontario e l’arbitro dovrebbe ingoiare il fischietto.

Azzardandosi a fare dei distinguo tra l’inquinamento camorristico nel tesseramento Pd e i fatti di ieri, Bobbio dice: “In quella vicenda, fra i tesserati c’era uno degli assassini di Tommasino e non, per esempio, ove mai fosse dimostrato, la moglie di un collaboratore di giustizia che si sarebbe tesserata dopo l’inizio della collaborazione del marito, persona per definizione normativa fuori dalla camorra. Anzi, a ben guardare, la famiglia di costui quando era camorrista e assassina si tesserava col Pd e quando è passata dalla parte della giustizia si sarebbe tesserata col Pdl…”.

La sintesi del Bobbio pensiero: se sei camorrista ti tesseri col Pd, se non lo sei più ti iscrivi al Pdl.

P.s. Molte righe del comunicato di Bobbio sono sprecate in pesanti insinuazioni sul collega che ha scritto l’articolo e sul suo rapporto di lavoro col Pd, secondo la collaudata tecnica che se la notizia è inattaccabile, si prova a demolire chi l’ha scritta. Non le riportiamo, perché sono al limite della querela, forse oltre. Bobbio sta combattendo una sua guerra col giornale Metropolis, aspra al punto di negare loro solidarietà quando i colleghi vennero minacciati dai familiari del clan per un articolo sul pentimento di Belviso, andando in Tv a dire che non riconosceva quella testata come impegnata sul fronte anticamorra ed esponendola al rischio di ulteriori ritorsioni. Bobbio però dimentica che fu proprio Metropolis a scoperchiare il verminaio del tesseramento Pd. Dovrebbe essere loro grato, per questo. E’ grazie alla stampa che lavora bene che vengono a galla gli scandali e il malaffare. E senza quello scoop il Pdl a Castellammare non avrebbe mai vinto le elezioni

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