Leggetevi il libro di Caitlin Moran, esilarante opinionista del Times, molto popolare qui sulle rive del Tamigi. In Italia lo pubblica Sperling. Dietro questo titolo da ridere dice una grande verità.

E cioè che “non c’è mai stato nella storia un momento migliore per essere donna: possiamo votare, abortire e non veniamo più bruciate come streghe. Eppure c’è ancora qualcosa che non va: i nostri tacchi sono sempre più alti, le scollature sempre più basse, la biancheria intima si è ristretta e i reggiseni (come le labbra) sono sempre più imbottiti”. Guadagnamo meno, lavoriamo di più, siamo vittime di violenze impunite.

Che sta succedendo? Succede che per raggiungere la parità dei sessi c’è ancora bisogno del “femminismo” (smettiamo di considerarla una parolaccia. Si può essere femministe anche a colpi di ironia, e la Moran è una femminista che fa morire dal ridere) .

Chi avesse dubbi che c’è qualcosa che non va,  può sempre convincersi dando un’occhiata a questa foto dei capi di stato riuniti  al Consiglio Europeo del 2 marzo scorso. Considerato il dato oggettivo che le donne sono il 52 per cento della popolazione, qualcuno è in grado di spiegare dove erano finite, tutte? Perché in questa foto non ci sono? Vi do un indizio: non erano  in bagno a fare la pipì.

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