“Uniti si può vincere”. Ne è convinta Rita Borsellino, candidata alle primarie del centrosinistra di Palermo. Ma la previsione è a dir poco utopica perché l’unità è proprio quello che è mancato durante la campagna elettorale nella città siciliana. Ci sono quattro candidati, tre dei quali sostenuti da pezzi del Pd, che più che parlare del programma si sono scambiati scortesia di ogni tipo. E stamani, poco dopo l’apertura dei seggi, alcune telefonate alla Questura hanno segnalato dei brogli durante le operazioni di voto: è stata segnalata  la presenza di una donna che avrebbe consegnato un euro ad alcuni abitanti per invitarli a votare per uno dei 4 candidati. La Digos è intervenuta nei gazebo segnalati, ma trattandosi di primarie e non di elezioni non si profila alcun reato di voto di scambio.  Leoluca Orlando annuncia subito che i responsabili saranno individuati ed “è giusto che paghino”, ha detto l’esponente dell’Idv. Il clima, dunque, è tutto fuorché sereno. “Si sono sentiti toni esagerati, ma anche grazie alla mia testardaggine abbiamo trovato il clima giusto”, aggiunge Borsellino, accusata di essere finanziata dal Partito Democratico. Lei ha il sostegno di Pierluigi Bersani che ha deciso di far partire il tour “Destinazione Italia” proprio dal capoluogo dell’isola.

Se sulle primarie al veleno di Palermo sono concentrati i riflettori, il centrosinistra oggi sceglierà il candidato sindaco anche a l’Aquila e a Oristano.

Nella cittadina Sarda il Pd schiera tre candidati: Francesco Federico, Giuseppe Obinu e Guido Tendas, mentre Giampaolo Lilliu (ex segretario provinciale della Cgil, sostenuto da Sel) ed Erminia Tanda (coordinatrice dell’Idv) sono gli altri due contendenti espressione della coalizione del centrosinistra. “Tutti i candidati sono portatori di valori e di una storia personale e politica che li lega fortemente alla loro città – ha detto il segretario regionale del Pd Sardegna Silvio Lai – e li rende sensibili alle istanze del cambiamento che essa ha bisogno di esprimere. Il Pd sostiene con convinzione i propri candidati, consapevole in ogni caso che chiunque vincerà sarà il rappresentante di tutta la coalizione e potrà tradurre al meglio le istanze dell’intero schieramento verso il miglior governo della città”. Lai, aprendo ufficialmente le operazioni di voto stamani, ha ricordato che “lo strumento delle primarie è il mezzo che il Partito Democratico ha scelto per dialogare con i cittadini-elettori, per tradurre le istanze partecipative in democrazia compiuta, per coniugare al meglio la propria proposta politica con l’istituto della rappresentanza”.

A L’Aquila i candidati sono due. Massimo Cialente, sindaco uscente sostenuto dal Pd, e Vittorio Festuccia, che lasciò l’incarico di capogruppo dei Ds nel 2007 perché contrario alla scelta del partito di candidare Cialente a sindaco. Festuccia, per quanto si professi espressione della società civile, è sostenuto da Sel e Rifondazione Comunista. I due candidati, entrambi medici, hanno impostato l’intera campagna elettorale sul sisma che ha colpito e distrutto la città. Festuccia in attacco, criticando la gestione della ricostruzione successiva al terremoto, Cialente in difesa. “Non c’è stato un modello vincente come in Umbria – ha detto Festuccia – e sono passati tre anni senza ancora risultati. La responsabilità è di Caliente che non è stato capace di trasmettere una visione strategica della ricostruzione, di governare i conflitti degli altri livelli istituzionali con Chiodi e il Governo nazionale”. Cialente svicola. “C’è stata una battaglia leale”, dice. “La città vive un momento molto particolare, è disgregata fisicamente e se oggi andranno in molti a votare sarà il segnale della reazione da parte del centrosinistra alla disgregazione”. In città la politica ha portato i big, solitamente distanti da queste latitudini. Pier Luigi Bersani è arrivato per sostenere Cialente, mentre Nichi Vendola e Fabio Mussi hanno tirato la volata a Festuccia.

Ben più complessa e rilevante la situazione a Palermo, anche per i possibili contraccolpi a livello nazionale del voto. Urne aperte da questa mattina alle 8. I 31 gazebo in cui si potrà votare, inclusi immigrati e minorenni, chiuderanno questa sera alle 21 e i risultati si conosceranno in tarda serata o al massimo nella notte. Sono quattro i candidati alle Primarie: Rita Borsellino, sostenuta dal Pd, Sel, Verdi e Idv, Davide Faraone, l’unico iscritto nel Pd ma non appoggiato dal segretario nazionale Bersani, Fabrizio Ferrandelli, ex Idv, appoggiato dal Polo Civico che raduna 39 associazioni e Antonella Monastra, gineocologa ed espressione di Movimenti della società civile. Alle ultime primarie, quando Leoluca Orlando diventò sindaco di palermo con il 72 per cento dei voti, votarono circa 19 mila elettori. La favorita, ma l’incognita outsider è sempre dietro l’angolo, sembra l’eurodeputata Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso nel ’92 in via D’Amelio. Sono 900, contro i 3 mila del 2007, gli immigrati che si sono iscritti nei giornis corsi per potere partecipare al voto. Ieri sera la campagna elettorale si è chiusa con feste organizzate dai quattro candidati, che hanno incontrato gli elettori nei vari quartieri della città, partecipato a dibattiti pubblici ma la campagna al veleno è proseguita anche stamani: l’ex ministro Saverio Romano, leader del Pid, ha negato di sostenere Borsellino, come sostenuto da Ferrandelli. “Falso, tendenzioso e ingeneroso, proprio perché costui si è recato a casa di esponenti autorevolissimi del mio partito a chiedere sostegno”, ha detto Romano. “Preferisco un avversario serio e leale come la signora a un giovane saltimbanco dell’arrampicata, ma ciò non mi coinvolge nella loro competizione”.

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