Com’è, vista da vicino, una donna la cui famiglia appartiene al gotha della ’ndrangheta al Nord? Maria Valle si sposa nel luglio 2006, a vent’anni, con Francesco Lampada. Gran festa di nozze al Villa d’Este di Cernobbio, sul lago di Como. Quel giorno si uniscono in matrimonio i rampolli di due delle famiglie più potenti della ’ndrangheta lombarda. Maria, nata nel 1986, è cresciuta a Bareggio, nei pressi di Milano e lì ha frequentato le scuole.

Ecco come la racconta chi l’ha vista diventare grande. Un ritratto inedito e diretto, al di fuori di ogni carta giudiziaria, di una ragazza silenziosa destinata a entrare nelle cronache nell’autunno del 2011, quando sarà arrestata nel corso di un’operazione antimafia.

“Maria aveva il viso tondo, gli occhiali, i capelli lunghi e mossi sempre raccolti a coda, mai sciolti. Gote rosse, mai un filo di trucco. Non magra, seno abbondante. Abbigliamento molto semplice e poco giovane, come se indossasse maglioni scelti da altri, mai un capo di marca, mai un abito firmato, a differenza delle sue compagne di classe. Sembrava una ragazza fuori dal tempo. Arrivava al liceo di Bareggio sempre in auto, accompagnata dai suoi famigliari, non in autobus come gli altri ragazzi. I rapporti con i compagni all’inizio erano sereni, ma sono diventati, man mano che Maria diventava adulta, più difficili: condivideva poco con loro, non aveva momenti comuni extra-scolastici, non usciva con nessuno per andare al cinema o in giro, non aveva amicizie forti. Studiava tantissimo, era la ragazza più brava della classe. Non trascurava alcuna materia, faceva tutti i compiti, aveva un grande senso del dovere, non era mai assente. Aiutava i compagni, sempre disposta a dare una mano a chi non capiva. Diceva che, all’università, avrebbe scelto Medicina. Aveva un gran senso della giustizia, tanto che gli insegnanti facevano affidamento su di lei. Parlava poco della sua famiglia, ma dimostrava una grande ammirazione verso i nonni e descriveva con allegria i grandi pranzi di casa. In quinta liceo le cose cambiano. Cominciano a girare voci sul coinvolgimento della famiglia in vicende giudiziarie. Maria lascia Bareggio, resta assente per qualche giorno, poi riprende a frequentare la scuola. A maggio era previsto un viaggio della sua classe a Barcellona. La ragazza era entusiasta. Aveva già pagato la sua quota, ci teneva molto. Ma al mattino della partenza, non si presenta. Nessuna comunicazione, nessuna risposta agli sms delle compagne. ‘ Maria, perché non sei venuta? ’, le chiedono al ritorno, ‘ ne vuoi parlare? ’. Risposta: ‘ No, meglio di no’. Un giorno Maria arriva a scuola con un prezioso anello di fidanzamento al dito. Le compagne le chiedono che cos’è successo. Risponde, triste, che non lo vuole quell’anello, che a lei quel ragazzo non piace, ma i suoi hanno deciso così. Dopo qualche giorno l’anello sparisce. Poi, una mattina, la bidella le recapita un enorme mazzo di rose rosse scatenando la curiosità della sua classe. Ritorna l’anello al dito e Maria diventa sempre più triste, silenziosa, rassegnata. Agli insegnanti che le chiedono se ha bisogno d’aiuto risponde con il silenzio. Dice solo che sull’università ha cambiato idea, vuole iscriversi a Legge. Si presenta all’esame di maturità (con risultati molto buoni) e poi scompare. Nessuna compagna sa più niente di lei. Qualche anno dopo, a scuola si presenta una donna che dice di essere la sorella di Maria e di voler ritirare il suo diploma. La segreteria chiede una delega firmata. Risposta: ‘ Mia sorella è morta’. Da quel giorno, nessuno a Bareggio ha più notizie della ragazza”.

Il 30 novembre 2011, Maria Valle viene arrestata, assieme ad altri esponenti delle famiglie Valle e Lampada.

Il Fatto Quotidiano, 1 marzo 2012

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