Dal partito si autosospende mentre, per quanto riguarda la carica di consigliere provinciale, si vedrà dato che “resta l’impegno di rivedere la mia posizione istituzionale quando saranno completate le dovute verifiche”. A parlare è Paolo Nanni, presidente del gruppo dell’Italia dei Valori a Palazzo Malvezzi ed esponente dell’esecutivo regionale del partito. Lo fa dopo che il suo nome è emerso nell’inchiesta che la procura della Repubblica sta conducendo nell’utilizzo dei pass invalidi per accedere e sostare in auto al centro, in zona a traffico limitato.

Profili penali, al momento, sembrano non profilarsi tanto che il politico non risulta indagato, ma la situazione potrebbe “risolversi” con una sanzione amministrativa se fosse dimostrato in effetti che, per i due anni successivi alla morte della suocera, è stato utilizzato il tagliando intestato all’anziana deceduta nel 2009. E a caldo – quando nei giorni scorsi era emersa la notizia che anche autovetture di pertinenza di Nanni e della sua famiglia erano finite in quelle controllate dal corpo di polizia municipale – l’esponente dell’Idv aveva commentato affermando: “Credevo venisse disattivato automaticamente. Pensavo bastasse non usarlo”.

Ora aggiunge in una nota diffusa in corso di giornata: “Per una forma di rispetto nei confronti della mia città e dei cittadini diversamente abili che si sono sentiti danneggiati dalla vicenda che mi ha visto protagonista, oltre che per correttezza nei confronti del partito, mi autosospendo immediatamente dall’Italia dei Valori, in attesa di chiarire al più presto la mia posizione in merito all’utilizzo del pass per l’accesso alla ztl di Bologna”.

Nei fatti Nanni dice al telefono anche che “io ero anche nel direttivo provinciale e nell’esecutivo regionale dell’Italia dei Valori. Non parteciperò a nessuna iniziativa del partito e a nessuna decisione e questo fino a quando non mi verrà data la possibilità di difesa”. Nessuna novità al momento invece per il ruolo di consigliere provinciale – e relativa indennità – per il quale dichiara l’impegno a prendere decisioni “quando saranno completate le dovute verifiche”, scrive ancora nella sua nota di difesa politica. “È mia intenzione avere pieno rispetto per l’istituzione che rappresento e per la funzione pubblica che i cittadini mi hanno delegato a rappresentare con il loro voto”.

Dal punto di vista del partito, invece, i toni sembrano ammorbidirsi. Un iniziale comunicato firmato da Sandro Mandini, coordinatore provinciale Idv Bologna, diceva: “Riteniamo tale episodio grave, ancor più evidente dal fatto che abbiamo preso posizione ferma e convinta contro lo scandalo dei numerosi abusi recentemente accertati. In base a quanto emergerà nei prossimi giorni dalle verifiche in corso, il partito valuterà la posizione del consigliere e a nome dell’Idv bolognese porgo le più sentite scuse a nome di tutto il partito alle associazioni rappresentative delle categorie disabili e a tutti i cittadini per l’increscioso episodio”.

Con la notizia dell’autosospensione dal partito, Mandini aggiunge che si tratta di “un gesto che apprezziamo in attesa che vengano fatti tutti i dovuti chiarimenti da parte degli organi competenti. È un atto di responsabilità che in questa fase è più che sufficiente. Non ci sono in programma altri tipi di iniziative o provvedimenti che per intanto il partito intende prendere”.

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