Il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker ha “preso atto” della decisione di S&P di abbassare il rating della Grecia, sottolineando di “aspettarsi una forte partecipazione” dei creditori privati all’operazione di cancellazione del debito pubblico, lanciata venerdì scorso. “Questa o decisioni analoghe da parte di agenzie di rating sono state debitamente previste e prese in considerazione nella pianificazione dell’operazione Psi (coinvolgimento del settore privato)”, ha spiegato in una nota Juncker.

“S&P ha abbassato il rating sui titoli a lungo termine e a breve termine, rispettivamente da ‘CC’ e ‘C’ a ‘SD’ (selective default)”, ha dichiarato l’agenzia in un comunicato. Si tratta del gradino immediatamente precedente al default (inadempienza) assoluto. Default selettivo per S&P significa che “sono venute meno le garanzie su alcune obbligazioni” ma non ancora su tutte.

Una decisione, quella dell’agenzia di rating, che arriva dopo l’inserimento da parte del governo greco di clausole di azione collettiva (Cacs) in relazione alla proposta di ristrutturazione del debito sovrano rivolta ai creditori del settore privato. La mossa di S&P era stata “pre-annunciata” e tutte le sue conseguenze “erano state previste” grazie alle decisioni prese dal Consiglio europeo e dall’Eurogruppo. “Il downgrade non ha alcun impatto nel settore bancario greco vista la liquidità fornita dalla Banca centrale della Grecia e dall’Efsf”, il Fondo salva-Stati europeo”, ha sottolineato il ministero.

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