Un movimento “Occupy Obama” arriva online dalla Cina e intasa l’account Google+ del presidente degli Stati Uniti. Centinaia e centinaia di commenti in cinese da alcuni giorni stanno inondando la pagina attivata dal presidente degli Stati Uniti nell’ambito della campagna per la sua rielezione alla Casa Bianca. Lo “spamming” è partito dopo che le autorità di Pechino hanno apparentemente rimosso le restrizioni imposte nell’uso del social network.

Commenti di ogni genere, si va dalle battute a espliciti riferimenti di carattere politico contro il governo cinese, come la richiesta di porre fine al regime comunista, con inviti diretti al presidente Usa: “Vieni qui, a liberare la Cina”. Altri invece gli chiedono di favorire la liberazione dell’ attivista per i diritti civili Chen Guancheng, agli arresti domiciliari. “Signor presidente, vogliamo la libertà americana”, scrive ad esempio un internauta che si firma Zhang Mian, come riferisce il Washington Post.  Ci sono poi richieste di aiuto pratico, come ad esempio di una green card per emigrare negli Usa, accompagnate da commenti del tenore: “Non siamo barbari, siamo solo oppressi”.

Gli analisti sono certi che si tratti di commenti provenienti dalla Cina (pur non potendo ancora confermare al cento per cento), resi possibili, appunto, dopo che dallo scorso 20 febbraio in molte parti della Repubblica Popolare si è riusciti ad accedere al sito di Google+, che invece alla sua nascita lo scorso anno era reso inaccessibile in tutto il Paese dallo sbarramento internet noto come Great Firewall (gioco di parole tra Grande Muraglia – Great Wall in inglese – e i Firewall, sistemi di protezione dei network internet). Non sorprende più di tanto neanche il fatto che i commenti abbiano uno stile ‘Occupy’, considerato che anche nella Repubblica Popolare Cinese il movimento Occupy Wall Street ha avuto una grande risonanza, al punto da avere una evidente eco anche nelle comuni campagne online cinesi. E neanche lo stile di garbato imbarazzo, di esplicite scuse, è sorprendente. Come quello usato nel suo commento in inglese da qualcuno che si firma Wenbin Shang da Shanghai: “Non abbiamo la possibilità di occupare il nostro presidente Hu (Jintao). Lui odia internet e non ha alcun account. Pertanto, possiamo occupare solo Obama, e chiediamo scusa”.

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