“Più che gli scoop, a fare male alle cosche è il ragionamento quotidiano”, ne è convinto Giovanni Tizian, giovane cronista che per il suo impegno da mesi vive sotto scorta. Ai clan non sono piaciuti i suoi articoli pubblicati sulla Gazzetta di Modena sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia Romagna e più in generale al Nord. Ventinove anni, calabrese d’origine e modenese di adozione, Tizian si è dovuto confrontare fin da giovane con l’ ‘ndrangheta. Nell’incontro organizzato a Milano per la presentazione del suo libro “Gotica”, ripercorre l’omicidio del padre e l’incendio alla fabbrica di mobili del nonno, bruciata perché si era rifiutato di pagare il pizzo. “Amo il mio lavoro – assicura Tizian – e continuerò a farlo in ogni condizione”.  di Francesca Martelli

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I boss imponevano la forniture dei servizi

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