“I problemi maggiori per le casse pubbliche vengono dagli enti locali”. La Corte dei conti dell’Emilia Romagna apre il suo anno giudiziario e segnala un dato preoccupante: sono le amministrazioni sul territorio il nuovo fronte dello spreco di denaro pubblico nell’Italia delle autonomie. E l’Emilia Romagna non fa eccezione: “Con la maggiore possibilità di tassare data agli enti locali e con la creazione di società per azioni esenti da ogni controllo – ha detto Luigi Di Murro, presidente della Corte dei conti regionale – non sappiamo né quanto entra né quanto esce”, ha proseguito il magistrato contabile.

La procura contabile emiliano romagnola nel 2011 ha aperto 1.778 istruttorie su notizie di danno, ovvero il 21 % in più rispetto al 2009 e il 5,5 % in più rispetto al 2010. Ma chi fa maggiormente “sparire” denaro pubblico? Nel 2011 i magistrati contabili regionali hanno aperto 67 istruttorie per reati commessi da dipendenti pubblici, contro le 43 del 2010 e le 14 del 2009. Un aumento rispetto al 2009 di quasi il 400 %.

“C’è una certa leggerezza nella spesa di denaro pubblico”, ha spiegato Di Murro. Di certo non sono leggeri i conti finali dei danni. Nel 2011 la somma complessiva degli ammanchi accertati è stata di quasi 15 milioni di euro.

Proprio riguardo alla spesa degli enti locali, il procuratore Salvatore Pilato, colui che coordinare le indagini contabili, nella sua relazione ha indicato i punti dolenti che portano allo spreco: “Il ricorso a consulenti e collaboratori esterni pur in presenza di professionalità interne disponibili e il riconoscimento dei debiti fuori bilancio”. Si tratta, in quest’ultimo caso, di impegni di spesa presi fuori e dopo le predisposizioni di un bilancio dell’ente. Denaro che nessuno ha autorizzato a spendere. Su 348 comuni, ci sono stati ben 90 i casi solo nel 2011.

Il presidente Di Murro ha fatto anche un riferimento a casi specifici per quanto riguarda ammanchi nel territorio regionale. Il primo è stato quello al Comune di Parma, con la giunta del sindaco Pdl Pietro Vignali travolta da uno scandalo di malgoverno che ha portato lo stesso primo cittadino alle dimissioni. La Corte dei conti ha scoperto che il comune emiliano “non ha presentato, nell’ultimo decennio, né i conti degli agenti contabili interni (economo, agenti della riscossione e consegnatari dei beni), né il conto del tesoriere”. Stesso discorso per quanto riguarda il comune di Cesena, che nell’ultimo triennio avrebbe presentato “solo i conti giudiziali dei presidenti di quartiere, mentre non risultano presentati i conti giudiziali dell’economo comunali né quelli dei consegnatari dei beni”.

Tuttavia tutte queste sono questioni difficili da seguire con pochi uomini a disposizione. Da qui l’appello di Di Murro: “Siamo sotto-organico del 40 %. La nostra sezione fa fatica a stare dietro a tutto il lavoro. E oltre ai magistrati infatti manca anche il personale amministrativo”.

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