Nicola Sapone, uno dei condannati nell'ambito dell'inchiesta sulle Bestie di Satana

Una corda intorno al collo, come era successo al figlio 12 anni fa. Si è tolta la vita così, nella sua casa di Cassano Magnago (Varese), Flaviana Cassetta, la madre di Doriano Molla, il ragazzo trovato morto nel 2000 in un bosco a Cavaria con Premezzo, impiccato a un albero. Un episodio su cui si addensarono i sospetti della signora Cassetta, convinta che nella morte del figlio fossero coinvolti i membri delle Bestie di Satana. I dubbi della donna, però, nell’ottobre scorso non sono stati gli stessi del gip di Busto Arsizio, che ha archiviato il caso come suicidio. Dopo la morte del figlio, a 26 anni, Flaviana Cassetta aveva lanciato diversi appelli, chiedendo che si facesse chiarezza sulle circostanze del decesso, convinta che il giovane fosse stato ucciso o indotto al suicidio dai membri della setta, poi condannati per altri delitti.

A prescindere dal coinvolgimento delle Bestie di Satana nella morte di Doriano Molla, continua ad allungarsi ancora la lista di sangue legata alla setta, protagonista di una delle più angoscianti pagine di cronaca nera degli ultimi 20 anni. Le Bestie erano un gruppo di giovani della provincia di Varese, ritenuti responsabili di vari delitti, eseguiti con ferocia e violenza, tra simboli esoterici, pentacoli, croci rovesciate e rappresentazioni del numero della bestia nell’Apocalisse, il 666. Alla setta vennero addebitati tre omicidi (quelli di Chiara Marino, Fabio Tollis e Mariangela Pezzotta) e un’induzione al suicidio (Andrea Bontade). Per quei crimini, commessi tra il 1998 e il 2004, sono stati condannati Nicola Sapone Andrea Volpe. Ma è sempre rimasto il dubbio che sia gli omicidi che le istigazioni al suicidio fossero molti di più. Di questo Flaviana Cassetta ne era sicura: suo figlio non si era tolto la vita, era stato ucciso o spinto a uccidersi dalle Bestie.

Doriano, appassionato di musica metal, era scomparso da casa il giorno della vigilia di Natale, nel 2000. Pochi giorni dopo il suo cadavere era stato ritrovato nella Valle del Boia, un bosco alla periferia di Cavaria, ai piedi di un albero, con un filo elettrico stretto attorno al collo. All’inizio del 2004, con il ritrovamento del cadavere di Mariangela Pezzotta sepolto nel giardino di una baita a Golasecca (Varese), vennero alla luce i delitti del gruppo dedito a rituali satanici e a un consumo smodato di droga e alcolici. Da allora Flaviana Cassetta aveva iniziato a sostenere che il figlio fosse entrato in contatto con alcuni membri della setta. Le indagini coordinate dalla Procura di Busto Arsizio sono proseguite anche in seguito alle rivelazioni dal carcere di Mario Maccione, il medium delle Bestie di Satana, che aveva parlato di altri delitti riconducibili alla setta, fra cui quello di Molla. L’inchiesta però ha escluso il coinvolgimento nella morte del giovane della setta satanica.

A trovare il cadavere di Flaviana Cassetta, appeso a una finestra del bagno all’interno della sua abitazione in via Roma, è stato il convivente, che subito ha chiamato il personale del 118 e i carabinieri. Dagli accertamenti non sono emersi segni di violenza sul corpo. E la donna non avrebbe lasciato alcun messaggio per spiegare i motivi del gesto. Un altro mistero, un’altra morte. Indirettamente le Bestie di Satana forse hanno colpito ancora.

Articolo Precedente

“La ‘ndrangheta ligure in lista? La notizia arrivò a livello regionale, ma nulla accadde”

next
Articolo Successivo

Cern di Ginevra, i neutrini non sono più veloci della luce. C’era stato un errore di misurazione

next