La Corte d’Appello di Milano ha respinto l’istanza di ricusazione presentata dai legali di Silvio Berlusconi nei confronti dei giudici del caso Mills. Il processo, ora, può proseguire e andare a sentenza, che potrebbe arrivare sabato 25 febbraio.

L’ex premier, imputato per corruzione in atti giudiziari, lamentava un'”anticipazione del giudizio” che sarebbe stata espressa dal collegio, presieduto dal giudice Francesca Vitale, che inoltre avrebbe condotto un’istruttoria dibattimentale “a senso unico”, consentendo l’audizione dei soli testimoni indicati dall’accusa, e tagliando invece quelli chiesti dalla difesa.

La decisione della Corte d’Appello di Milano spiana la via alla prossima udienza, già fissata per sabato 25 febbraio. In questa occasione, salvo sorprese, dovrebbe essere pronunciata la sentenza. I giudici, infatti, non avrebbero potuto riunirsi in camera di consiglio per decidere il verdetto prima del pronunciamento della Corte d’Appello. Il pm Fabio De Pasquale ha chiesto per Berlusconi una condanna a cinque anni di reclusione. Secondo l’accusa, l’ex premier avrebbe corrotto l’avvocato inglese David Mills con un versamento di 600 mila dollari per ottenere testimonianze edulcorate in alcuni processi che lo vedevano imputato.

Il processo corre sul filo della prescrizione. Il 25 febbraio sono previste le arringhe della difesa, rappresentata da Niccolò Ghedini e Pietro Longo, che in parte aveva già cominciato a illustrare le conclusioni nel corso dell’ultima udienza. Poi, in assenza di repliche e di dichiarazioni spontanee di Berlusconi, i giudici potranno entrare in camera di consiglio per il verdetto di primo grado.

Il Pdl fa quadrato intorno al suo leader e attacca i giudici. “Il no alla richiesta di ricusazione avanzata dai legali di Silvio Berlusconi da parte della Corte di appello di Milano si commenta da sola”, commenta il presidente del gruppo al Senato Maurizio Gasparri. “Che taluni magistrati siano prevenuti è sotto gli occhi di tutti. Forse sono prevenuti anche quei giudici che oggi ne avrebbero dovuto prendere atto”. Il coordinatore Sandro Bondi, parla di “un altro colpo alla credibilità della giustizia”. Mentre per Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, i giudici “hanno già scritto la sentenza prima che iniziasse il dibattimento”. Secondo Lupi, “il presidente Berlusconi è l’unico caso di italiano colpevole fino a prova contraria. Se non si trattasse di una tragedia per la credibilità della nostra giustizia, potremmo tranquillamente ridere davanti a questa commedia”.

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