E’ indecente che la Rai si riservi il diritto di licenziare le precarie in caso di gravidanza. E’ indecente anche che in quel contratto dei precari Rai la maternità venga equiparata  a una “malattia, infortunio o causa di forza maggiore” nel regolare svolgimebto delle prestazioni lavorative.

Ma è altrettanto indecente che i sindacati si stupiscano e reagiscano indiganti solo adesso. Scusate cari signori sindacalisti, cosa avete fatto finora? Quella clausola è lì almeno dal 2008. Stavate dormendo o eravate solo troppo impegnati a difendere i diritti già fin troppo tutelati di chi lavora al calduccio protetto da un contratto di “intoccabile”? Lo sanno tutti che chi ha un lavoro precario  se fa un figlio rischia di perdere il lavoro, e voi adesso cadete dal pero? E’ forse una novità? E’ forse una cosa che accade solo in Rai?

Non fateci ridere. Non prendeteci in giro. Voi continuate in una battaglia ideologica senza senso sull’articolo 18, quando i dati parlano chiaro: lo Statuto dei lavoratori difende ormai solo una minoranza. Tutti gli altri sono licenziabili comunque, senza protezioni, senza casse integrazioni, senza tutele. Questa è la forma di discriminazione e disuguaglianza più odiosa alla quale si assiste oggi in Italia e viene perpetrata con l’avallo del sindacato.

E’ sempre la solita storia: i sindacati difendono chi è già protetto da un contratto (e quelli dei giornalisti Rai sono suntuosi come attici vista Colosseo) e se ne infischiano di chi non è protetto: dei precari, dei lavoratori interinali, dei finti contratti di consulenza, delle partite Iva, dei famosi “programmisti registi” (altra figura onnipresente in Rai, che è solo un modo per far lavorare i giornalisti senza un vero contratto da giornalista), dei co.co.co, dei co.co.pro e via elencando.

Per chi non avesse chiaro l’entità del fenomeno, solo per rimanere nell’ambito dei giornalisti, gli ultimi dati Inpgi (la cassa di previdenza nazionale) parlano di un salario medio dei giornalisti (contratti regolari subordinati) pari a 51.027.000 euro annui, mentre il 60 per cento dei giornalisti autonomomi (che sono il 34,6% dei rapporti di lavoro complessivi) generavano un reddito inferiore ai 5.000 euro annui.  Secondo voi il sindacato che si batte per l’articolo 18 difende chi guadagna 50mila o chi ne guadagna 5mila?

I soliti noti nell’attico e tutti gli altri nel sottoscala. E se poi sei donna e rimani incinta, ti buttano fuori anche da lì. Per le mamme neppure il sottoscala.

twitter: @caterinasoffici

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