La situazione dei conti del Comune di Palermo e delle sue controllate è così grave che sarebbe più logico assistere a rinunce, a inviti cortesemente declinati (come avviene nel centrodestra per l’imbarazzante eredità lasciata dal dimissionario Cammarata) che alla patetica lotta tra i candidati a sindaco del centrosinistra, nell’ingenua prospettiva che si tratti di raccogliere una vittoria facile.

Quand’anche lo fosse, nonostante la candidatura a sorpresa del giovane e presentabile presidente del Coni regionale da parte del “terzo polo”, sarebbe una vittoria di Pirro perchè i problemi da affrontare sarebbero più da tecnici senza base clientelare oppure da politici votati al martirio elettorale, di quelli che guardano all’interesse delle prossime generazioni più che alle prossime votazioni. Solo un governo tecnico come quello nazionale poteva rinunciare ad un evento come le Olimpiadi che un qualunque politico ci avrebbe invece venduto come un’irrinunciabile occasione di sviluppo.

E’ per questo che tra quanti non si appassionano più ai ludi cartacei (la sprezzante definizione mussoliniana delle consultazioni elettorali) del marketing elettorale da 6×3, sta crescendo il consenso verso una soluzione diversa e radicale: se i numeri nudi e crudi, sinora tenuti nascosti, confermeranno lo stato di dissesto finanziario, che si vada al commissariamento con la conseguente ineleggibilità degli amministratori responsabili.

Non è sospensione della democrazia: la democrazia a Palermo era già stata sospesa quando, per motivi clientelari, si sono trasformati il Comune e le sue partecipate in stipendifici di scarsa utilità pubblica, quando, per mancanza di controlli, sono state consentite spese pazze da parte di pubblici amministratori e quando, per coltivare clientele a destra come a manca, sono stati sperperati soldi pubblici per inutili sussidi e provvidenze.

Un commissario che tagli, che dica dei no, che denunci responsabilità e che licenzi è proprio la cura necessaria perchè regredisca “quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia”, come cantava Gaber. Un commissario potrà infine rappresentare l’interlocutore unico per quei movimenti – quelli veri, non quelli nati sotto le elezioni – che hanno a cuore l’interesse per la qualità della vita urbana con proposte partecipate e a costo zero. Oggi servono soprattutto queste per rendere più vivibile una città come Palermo e una città dove i cittadini vivano meglio sarà il miglior incentivo per attirare turismo e investimenti.

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