Erano poco meno di 200 le persone che hanno animato Piazza Matteotti a Modena per il “bacio collettivo” organizzato dai Giovani Democratici per rispondere ironicamente alle dichiarazioni giudicate omofobe che recentemente l’ex ministro della Repubblica Carlo Giovanardi ha rilasciato a Radio24.

Se per il parlamentare del Pdl “donne che si baciano è come fare pipì per strada” per i giovani modenesi la convinzione è diametralmente opposta. Da qui l’iniziativa pubblica – replica di quanto già avvenuto a Bologna – che, prevista inizialmente proprio sotto casa di Giovanardi, è dovuta emigrare a pochi metri di distanza in uno spazio più grande per soddisfare le diverse adesioni pervenute in questi giorni.

Ed è così che dopo la messinscena con la lettura dell’intervista di Giovanardi a Radio24, tra improvvisati venditori di limoni che attendevano la “libera limonata in libero stato”, ha preso la parola Fausto Raciti, presidente nazionale dei Giovani Democratici, che afferma: «Vorrei salutare Giovanardi che non è potuto essere qui perché impegnato a contare, con Verdini, le tessere del Pdl. Questa iniziativa è una risposta ironica all’ex ministro Giovanardi, convinto che il modello migliore di società sia quello degli anni ’50. Da Giovanardi non ci aspettiamo ironia, perché sarebbe da persone intelligenti, ma senso di rispetto sì». Da qui la pubblica richiesta del segretario provinciale del Pd di Modena, Davide Baruffi, di istituire una “legge contro l’omofobia”.

Non si è fatta attendere la replica (preventiva) del senatore che parla della manifestazione modenese come di un «bunga bunga contro la buona educazione – dice Giovanardi in una nota – il rispetto degli altri ed il fantasma dell’omofobia, come nella migliore tradizione del comunismo leninista», difendendo le proprie affermazioni parlando di “clima di violenza che si scatena contro la mia persona quando esprimo opinioni che coincidono con quelle della stragrande maggioranza degli italiani”.

Il fenomeno palesato nelle tristi parole del senatore, infatti, sembra essere diffuso. Lo dimostrano gli atti di emarginazione, le violenze di cui sono spesso oggetto le coppie gay, indigesti eventi ricordati da Giorgio Dell’Amico, presidente dell’Arcigay di Modena, il quale ricorda che «l’omosessualità è una condizione naturale. Le parole che Giovanardi vomita coprono la nostra quotidiana condizione di emarginati».

Tra la folla anche una coppia di lesbiche che definisce Modena città all’avanguardia, perché ha dato loro la possibilità di figurare entrambe in un unico stato di famiglia (opportunità presente in pochi comuni in Italia: Modena, Bologna, Napoli, Torino, Roma e pochi altri). Annie Petronelli ed Elisa Lo Porto vivono insieme da due anni, fidanzate da tre e figurano tra le oltre mille persone della pagina Facebook “I’m gay any problems?”.

“Tutte le volte – afferma Annie – che ci diamo un bacio non ci sembra di fare pipì per strada. Modena ci ha dato possibilità di fare una famiglia ibrida, da due anni siamo legalmente nello stesso stato di famiglia, ma non con tutti i diritti, ci stiamo arrivando piano piano. Speriamo che questa manifestazione smuova delle cose, faccia capire che non c’è niente di male in due persone che si vogliono bene”.

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