“Basta con la commedia, le tessere sono tutte finte”. Lo dice Giancarlo Galan (Pdl), ex governatore del Veneto ed ex ministro della Cultura in una intervista a La Stampa. Galan, che del Pdl è un esponente di primo piano, dice senza giri di parole quello che in realtà emerge dai numeri: le tessere sono state usate dagli aspiranti coordinatori regionali per arrivare con numeri al congresso. Solo così si spiegano gli aumenti di iscritti in percentuali che arrivano al 150 per cento senza nemmeno una capillare campagna di tesseramento che avrebbe potuto, almeno in parte, giustificare i numeri.

Così Galan insiste: “Sono tutte tessere fasulle. Io non ho mai conosciuto un elettore che fosse anche iscritto, chissà perché. Allora diciamoci la verità: gestire le tessere serve per gestire il potere a tutti i livelli. Arriva uno con cento tessere, tratta e porta a casa un posto nella municipalizzata. E’ un sistema perverso”.

Secondo Galan, “bisognerebbe fare i comitati elettorali, come negli Stati Uniti. Noi siamo tutti impegnati a parlare agli iscritti quando dovremmo parlare a 60 milioni di italiani”.

E su Alfano, l’ex governatore e ministro dice: “Che poteva fare? Non è facilissimo per lui. Penso ancora che sia il meglio che abbiamo per età, per la pulizia della sua storia. Non è lui, è il sistema che non va. Ci ha portato a selezionare una classe dirigente che si inventa i tesserati e magari per questo viene premiata”.

Parole di incoraggiamento ad Alfano, certo, ma anche un monito che non può passare inosservato. Anche perché Galan è uno dei fedelissimi di Berlusconi, quelli della prima ora, anche se ha creato non pochi problemi in quel di Arcore quando si è messo in aperta polemica con il suo successore, Luca Zaia, targato Lega Nord, una volta volato a Roma per fare il ministro dell’Agricoltura prima e quello dei Beni culturali successivamente.

“Il Pdl è il partito del popolo, non dei mafiosi e sul tesseramento non c’è stato alcun caos”, vanno ripetendo in via dell’Umiltà. Il clima, però, nel partito resta elettrico. Si rischia un grave danno d’immagine in vista delle amministrative e questo preoccupa Silvio Berlusconi. Non a caso, il Cavaliere ha deciso di scendere in campo in prima persona e, su iniziativa di Angelino Alfano, ha pensato di convocare per lunedì, a Villa Gernetto (la sua residenza privata di Lesmo), lo stato maggiore pidiellino e tutti gli amministratori locali per fare il punto della situazione. All’incontro, probabilmente una cena, parteciperanno i tre coordinatori nazionali, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, i capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, oltre ai governatori, i presidenti di Provincia e i sindaci dei Comuni capoluogo. Sul tavolo il caso delle tessere false e le candidature in quei Comuni considerati strategici per il voto di maggio, a cominciare da Palermo.

Scegie la strada della prudenza Isabella Bertolini, coordinatrice uscente del Pdl a Modena, la persona che ha sollevato per prima lo scandalo tessere, ma soprattutto quella che è stata leader dei “malpancisti”, il gruppo di parlamentari che chiese a Berlusconi di fare un passo indietro e che ancora, per quell’affronto, lei che fu fedelissima del capo, non è ancora stata perdonata. ”Il rinvio del Congresso provinciale, previsto per il 25 febbraio, e la scelta del segretario Alfano di nominare l’onorevole Denis Verdini come commissario del partito sono scelte sagge. Si è scelta la strada della trasparenza e di questo non possiamo che compiacerci. Le preoccupanti anomalie riscontrate nel tesseramento del Pdl a Modena rischiavano di inficiare il risultato del Congresso provinciale. La valutazione del Coordinamento nazionale del partito smentisce chi ha inutilmente tentato di minimizzare le cose. Noi ci battiamo per un partito pulito, trasparente, fatto di persone oneste”.

Bertolini ha assicurato che “si faranno tutti i controlli del caso, affinché si ristabiliscano le condizioni per poter procedere all’elezione del nuovo coordinatore provinciale”. Infine, ha augurato buon lavoro al neo commissario, oltre alla “consueta disponibilità alla collaborazione per il delicato incarico che gli è stato conferito”.

Sula vicenda interviene anche Denis Verdini, anima organizzativa del Pdl, neo commissario a Modena e indagato in più procedimenti penali: “Finora abbiamo congelato solo 50 mila adesioni, il 4,8 per cento del totale. Dal punto di vista formale, noi consideriamo regolari le iscrizioni che sono state presentate rispettando i requisiti. E cioè: versamenti individuali della quota di dieci euro; scheda di adesione compilata e sottoscritta e documento di identità. Se viene meno uno dei due requisiti, l’iscrizione viene sospesa”.  Verdini ammette: “Al nostro interno si potranno essere attivati quelli che definisco i furbetti e i furbacchioni. Non possiamo escludere la possibilità di inflitrazioni di persone poco raccomandabili. Da questo punto di vista confidiamo nell’attività della magistratura. Ma tutto questo non può cancellare l’inaspettato successo del tesseramento”.

e.l.

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