Made in Taiwan. Quante volte vi è capitato di vederlo scritto su prodotti contraffatti o di poca qualità? Fa strano pensare che la stessa etichetta sia però appiccicata su un giocatore di Nba. Ulteriore postilla è un top quality.

Lui è Jeremy Lin il 23enne giocatore di New York che da qualche settimana sta facendo letterarlmente impazzire gli Stati Uniti e ancor di più i tifosi dei Knicks, che per lui hanno addirittura coniato un termine: Linsanity!! A Manhattan drink e hamburger portano il suo nome. Una vera mania collettiva. Tanto da suscitare l’interesse del Presidente Obama, un cultore di basket.

Ma perchè Lin piace così tanto? Perchè il ragazzo rappresenta l’apoteosi del riscatto sociale, quello che comunemente viene definito il sogno americano. Dai play ground di Chinatown ai parquet più sognati d’America.

La storia di Jeremy è fatta di tante, tantissime panchine. Insomma un perfetto Carneade di stampo manzoniano. Qualche settimana fa era un perfetto sconosciuto, pensare che dormiva su un divano in casa del fratello. In estate, complice la serrata dell’Nba rischiò di finire nelle file di Teramo, insomma non proprio i Lakers. Ma solo fino al 4 febbraio. Giorno in cui il coach Mike D’Antoni decide, complici i mille infortuni di New York, di mandarlo in campo.

E lui da quel momento si è trasformato nella gallina dalle uova d’oro. 7 vittorie su sette con Lin che non scende mai sotto i 20 punti realizzati e i 7 assist forniti. Roba da stropicciarsi gli occhi per qualcuno, da mangiarsi i gomiti per chi invece lo sottovalutò.

Jeremy Lin macina record non solo in campo. E’ il il quinto giocatore asioamericano nella storia della NBA, dopo Raymond Townsend, Wat Misaka, Rex Walters e Yao Ming ed il primo di origine taiwanese. Ma non solo, ma è anche l’unico studente laureato ad Harward ad essere in Nba e a primeggiare negli ultimi 50 anni. Ciliegina sulla torta, con decisione dell’ultimo momento parteciperà all’All Star Game.

Basta entrare in uno store dei Knicks per rendersi conto della portata del fenomeno. La maglia numero 17 è la più venduta, va letteralmente a ruba…e pensare che anche un mese fa era introvabile ma solo perchè non veniva prodotta.

Insomma alla faccia del made in Taiwan.

(Foto: LaPresse)

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