Ogni anno fa più morti l’eliturismo che i lupi. Anzi, i lupi non ne fanno proprio. Eppure, ancora in questi giorni c’è chi si scatena in feroci campagne contro i lupi, mentre mai si è pensato a una seria regolamentazione dell’eliturismo.

L’eliturismo è stato  una delle tante nostre battaglie perse, nostre inteso come ambientalisti. Per anni ci siamo battuti a livello nazionale e locale per una sua regolamentazione, e in particolare quella dell’eliski, che permette a clienti danarosi di scendere magnifici pendii vergini. Senza peraltro avere la preparazione per farlo. E da qui i morti.

Eppure l’eliski, a parte la pericolosità intrinseca, provoca gravissimi disturbi alla fauna selvatica in un periodo come quello invernale in cui dovrebbe risparmiare energie, e provoca altresì un grande fastidio ai normali frequentatori della montagna, quelli che si guadagnano la cima con pelli di foca o ciaspole e gradirebbero poterlo fare nel silenzio.

Tant’è che esso è vietato in Francia (così i francesi vengono in Italia a praticarlo), in Germania, in Liechtenstein, è severamente regolamentato in Austria, mentre è permesso in Svizzera in alcune aree.

In Italia solo due regioni hanno legiferato in materia: il Trentino l’ha vietato, la Valle d’Aosta l’ha regolamentato, ma in modo tale che lo si può praticare pressoché dappertutto al di fuori delle aree protette.

Del resto, sono ben noti i motivi per cui non si interviene in materia. A parte l’interesse delle imprese che gestiscono i voli, poi ci sono le guide alpine che anche di questi accompagnamenti vivono. Come al solito, sugli interessi di molti prevalgono quelli di una sparuta minoranza.

Così la solita contraddizione: da un lato si parla sempre più di turismo dolce, e dall’altro nulla si fa per regolamentare quello che dolce proprio non è.

In questo quadro desolante e tipicamente italiano, una piccola ma significativa vittoria. Mountain Wilderness è riuscita ad ottenere uno stop all’eliski sulla Marmolada, dopo anni di battaglie e trattative con chi gestiva la pista di atterraggio. È un po’ come se Davide avesse vinto contro Golia.

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