Un’Italia sempre più europea e protagonista nell’Unione. E’ questa l’immagine che il presidente del Consiglio Mario Monti ha voluto dare nella seduta plenaria del Parlamento europeo: “Il mio impegno – ha detto Monti – è per un Italia inscindibilmente legata all’Unione Europea”.  Ed ha ricordato come il nostro Paese sia “impegnato in una complessa corsa per uscire dall’emergenza”. “Stiamo gradualmente riuscendo ad uscire da quella zona d’ombra – ha detto ancora il premier –  in cui l’Italia è stata in qualche momento collocata come fonte, contagio o focolaio della crisi. In particolare per il nostro Stato le politiche di maggior rigore imposte dall’Europa hanno prodotto benefici e ci hanno spinto a intensificare la lotta contro l’evasione con risultati importanti. La priorità resta sempre il pareggio di bilancio e tenendo il timone dritto potremo raggiungere questo obiettivo senza misure ulteriori”.

Sulla crisi dell’Eurozona Monti ha sottolineato che “la soluzione è a portata di mano, ma bisogna recuperare lo spirito unitario di appartenenza”. Perché “in Unione europea non esistono buoni e cattivi” e quindi, secondo il premier, “dobbiamo sentirci tutti corresponsabili delle cose fatte nel passato e soprattutto nella costruzione dell’avvenire”. Una delle cose più importanti fatte nel recente passato è stata la creazione della moneta unica e per Monti “proprio l’Euro è stato il perfezionamento più ambizioso realizzato finora dall’Europa,  e per questo non possiamo permettere che diventi un fattore di disgregazione”.

Sul futuro dell’Unione il presidente del Consiglio ha riferito al parlamento europeo la sua soddisfazione per i risultati già raggiunti in tema di governance, in particolare con il “6 pack” per il rafforzamento della politica economica europea in vigore da dicembre. “Non è questo il momento di archiviare la disciplina di bilancio – ha detto Monti – e passare a un’altra pagina, quella della crescita, ma è necessario conciliarle ed attuarle entrambe. Ieri – ha aggiunto – ho dovuto prendere una decisione difficile e non popolare: quella di non dare la garanzia del finanziamento dello Stato italiano al magnifico progetto delle Olimpiadi 2020 a Roma. Questo ha provocato molta delusione in Italia e in particolare a Roma, ma ne ho spiegate le ragioni e penso che l’opinione pubblica abbia capito. Ma ci sono decisioni che pur se non sono chieste dall’Europa sono necessarie. Personalmente ho visto troppe volte governi che facevano gli accusatori della Ue dopo aver partecipato alle decisioni. Ho deciso che non farò mai questo brutto scherzo alla Ue”.

E sulle recenti critiche, euroscettiche, sul rischio che l’Unione europea si trasformi un un super-stato guidato dalla Germania, il Presidente del Consiglio ha risposto che “non è vero che l‘integrazione europea e la democrazia non sono conciliabili”. Infine ha concluso con una battuta spiegando come il paragone Italia-Grecia non regga perché “il nostro Governo ha un vantaggio oggettivo rispetto a quello di Papademos. E cioè, che in Italia le elezioni si terranno al termine naturale della legislatura, cioè  fra poco più di un anno”. E su Atene il premier aggiunge: “La durezza con cui la Grecia viene trattata in questa fase può essere ritenuta eccessiva ma non dobbiamo dimenticare che la politica greca è stata per anni il perfetto catalogo delle peggiori pratiche politiche europee”.

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