Sulla serata di Sanremo con Celentano condivido anche le virgole delle cronache di Andrea Scanzi. Non mi sono divertito più di tanto, e, a differenza di altre volte, neppure Celentano mi ha entusiasmato, non mi sono piaciuti  neanche gli inviti a chiudere Avvenire e Famiglia Cristiana.

Non mi sono piaciuti perchè non condivido appello alcuno a chiudere giornali, emittenti, siti, anche quelli che non sopporto. Fatta questa premessa solo una banda di dilettanti incapaci poteva pensare di chiamare Celentano e di mettergli la museruola. Ancora peggiore è stata la decisione di inviare un commissario a Sanremo, l’ex sottosegretario della Lega Marano, in qualità di supervisore delle prossime puntate.

Una simile corbelleria censoria non si era mai vista, forse la signora Lei ha temuto i fulmini vaticani, anche se abbiamo la sensazione che si sia trattato di un atto di piaggeria e di genuflessione” spontaneo e preventivo”, il che lo renderebbe ancora più penoso. “Peggio il bacon del buso” si direbbe dalle parti di casa mia, per significare che la toppa è persino peggiore dello strappo.

Si può pensare quello che si vuole di Sanremo e di Celentano, ma quanto è accaduto non ha giustificazione, espone la Rai al pubblico ludibrio, al ridicolo, alla ulteriore svalutazione del patrimonio aziendale.

Altro che commissariare Sanremo, piuttosto bisognerebbe commissariare questa Rai e dotarla di un gruppo dirigente che non sia la fedele espressione dei governi, dei partiti, delle logge più o meno consacrate. Monti ha appena detto no ai Giochi olimpici, non vorrá mica fermarsi, anche lui, davanti al cancello di viale Mazzini?

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